Lo scorso 27 giugno presso il Museo archeologico nazionale di Orvieto, Luana Cenciaioli, direttore dei Musei archeologici umbri, ha presentato un progetto di valorizzazione delle due tombe Golini. Si tratta di un contratto di sponsorizzazione tecnica per “salvare” affreschi etruschi di inestimabile valore, necessitanti di un intervento urgente per alcune scene deteriorate e non più visibili nitidamente.
Il progetto è aperto a qualsiasi azienda interessata, a cui verrà garantita una pubblicità continua per almeno cinque anni. Il valore complessivo dell’intervento ammonta a circa 20.000 euro. L’idea è di proporre nell’area antistante alle tombe un allestimento innovativo, con un rinnovato impianto di illuminazione, una video-installazione con la riproduzione originale degli affreschi affiancata da audio esplicativo. Si interverrà anchesull’interno, sostituendo la pavimentazione in moquette e il soffitto.
“Già dalla loro scoperta – ha ricordato la dott.ssa Cenciaioli – le tombe Golini mostravano diversi problemi di conservazione, per il rigonfiamento della pellicola pittorea a causa dell’umidità”. In seguito furono distaccati con la tecnica “a strappo” e portati nel 1950 a Firenze. Dal 1982 sono a Orvieto presso il locale Museo archeologico nazionale.
Le tombe prendono il nome dallo scopritore, l’archeologo Domenico Golini che nel gennaio 1863 le individuò presso la località Settecamini. Notevole è ancora oggi la suggestione paesaggistica del luogo, che offre una magnifica visione della rupe orvietana. Le due tombe, rinvenute a poca distanza l’una dall’altra, facevano parte di una piccola necropoli composta da circa quindici tombe. Gli affreschi raffigurano l’arrivo del defunto nell’Ade, dove lo attendono gli antenati con un banchetto a cui partecipano gli dèi. Varcando la soglia del regno dell’oltretomba, si intraprende un viaggio avventuroso. A poco a poco riemerge da una sorta di nebbia fitta l’immagine del popolo che seppe maggiormente incidere sulle vicende italiche prima dell’avvento dei Romani. L’immediatezza delle azioni rappresentate sulle pareti delle tombe dà l’impressione di essere spettatori contemporanei al di là del tempo e dello spazio.
La chiusura della serata è stata allietata da un concerto d’archi presso la sala d’ingresso al museo, eseguito dal gruppo Intensive Strings, all’interno del programma “Orvieto musica 2018”.
Federica Sabatini