Settembre andiamo, è tempo di migrare… e di tornare (o di andare per la prima volta) a scuola. Già, perché le vacanze estive, salvo qualche “coda” da mettere in conto, stanno finendo per tutti e l’apertura delle scuole è dietro l’angolo. Anzi, a dire la verità, per alcuni le porte degli istituti scolastici si sono già spalancate, per gli esami di riparazione.
Come ogni inizio, anche quello del nuovo anno scolastico porta con sé molte speranze, altrettanti timori, entusiasmi e apprensioni. Così, ad esempio, è facile immaginare quanti sentimenti si agitano in quei genitori – e in quei bambini – che affrontano l’esperienza della “prima elementare”. È un salto in avanti straordinario, in qualche modo segna la fine di un’età del tutto spensierata come quella dell’infanzia per aprire la strada verso conquiste tutte nuove e impegni che affascinano e spaventano insieme. “Diventi grande”: quanti adulti dicono così al figlio o alla figlia che si affacciano per la prima volta alla scuola primaria. E magari si preparano a fare la fotografia – col telefonino, naturalmente – dei loro “piccoli” che si avviano, cartella sulle spalle, verso la nuova scuola.
Scuola Cattolica. Educare nel cambiamento
Educare nel cambiamento. Realtà e futuro della scuola e della formazione professionale cattolica e di ispirazione cristiana è il sussidio elaborato dal Consiglio nazionale della scuola cattolica (Cnsc) che si può trovare online sul sito dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Cei. Nella presentazione del volumetto mons. Mariano Crociata, presidente del Cnsc, richiama il “cambiamento d’epoca” sottolineato dal Papa nel 2015 a Firenze, e sostiene che il mondo della scuola e della formazione deve “fare i conti con esigenze, generazioni e modelli educativi diversi da quelli cui si era abituati fino a un passato anche recente”. Di qui il documento con il quale, spiega il direttore dell’Ufficio Cei, Ernesto Diaco, il Cnsc “vuole offrire uno strumento per ‘pensare la scuola e l’educazione’ nel contesto attuale. Le difficoltà che le scuole cattoliche devono affrontare sono numerose, ma le opportunità non sono da meno, come dimostrano le numerose esperienze raccolte nel testo”.
Per i bambini ci sono ambienti sconosciuti da esplorare, persone da incontrare, amici/compagni nuovi. O anche amici “vecchi”, che si ritrovano in modo diverso e con i quali condividere la scoperta delle novità. Tra gli adulti spesso prevalgono le preoccupazioni, affrontate con animo più o meno “leggero”: non è facilissimo vedere e accettare i figli crescere, e la tappa del primo giorno di scuola è una di quelle che dà evidenza a questo fenomeno. “Saranno all’altezza?”: ecco un pensiero che viene coniugato in mille modi differenti, di volta in volta soffermandosi sulle risorse o sulle fragilità che ciascuno individua nei propri figli.
Certo, il primo giorno di scuola ha un forte valore simbolico. Quella mattina, l’uscita di casa per intraprendere un cammino che diventerà abituale, sembrerà eccezionale. La porta di casa si apre su mondi e prospettive nuove, non di rado con la sensazione che nulla sarà più come prima, che il viaggio comincia e non si torna indietro.
È davvero così? Se si sposta l’attenzione al primo giorno di scuola di un adolescente sembra cambiare tutto. E il clima aulico dell’inizio della “prima elementare” subisce un forte colpo. Auricolari nelle orecchie, cartella raffazzonata (quando c’è), aria assonnata e annoiata, come di fronte a un compito inevitabile e mal sopportato: spesso è così che si vedono uscire di casa i figli alle prese con la ripresa delle superiori. Dove sono finiti entusiasmo e paure, emozioni, speranze…? È vero che ci sono anni di esperienza alle spalle – giovani reduci di mille “battaglie” – ma, insomma, anche per loro comincia qualcosa. O no?
Ecco la scommessa di settembre: (ri)trovare l’entusiasmo anche dove sembra non esserci più. (Ri)scoprire le emozioni della novità non di rado soffocate dal piattume delle abitudini. Ed è, questo, uno dei compiti che tocca principalmente agli adulti, che possono aiutare gli adolescenti a svegliarsi – fisicamente, tirandoli giù dal letto la mattina, non senza difficoltà – e avvertire il senso della sfida nuova. Cogliere l’avvio della scuola non solo come un “adempimento burocratico”, ma ancora unavolta un inizio autentico. Buon anno.
Alberto Campoleoni