Anche chi, come me, ama Sergio Mattarella deve riconoscere che non è quello che si dice una personalità carismatica. Non è dotato di una oratoria trascinante. Quando è stato eletto Capo dello Stato, nel 2015, aveva un curriculum di tutto rispetto: professore universitario, deputato, più volte ministro, ormai uscito dalla politica per fare il giudice costituzionale; ma per i più era uno sconosciuto del quale semmai si sapeva solo che era il fratello minore di una eroica vittima della mafia.
Nonostante tutto, lo scorso 7 dicembre, alla prima della Scala, al suo ingresso è stato accolto da acclamazioni e applausi durati dieci minuti. Lo stesso era accaduto, nella stessa occasione, un anno prima; e quella volta, in più, la gente gli gridava “ bis, bis ” per dire che voleva la sua rielezione, che in effetti ci fu. Come si spiega tutto ciò? Si spiega con il fatto che la nostra Costituzione concepisce il Capo dello Stato come una figura che non ha un ruolo politico – cioè non è eletto perché realizzi un programma di governo ma ha un ruolo istituzionale e di garanzia; e rappresenta l’unità nazionale e la continuità dello Stato al di sopra dell’avvicendarsi dei governi. In questo ruolo Mattarella è stato perfetto, ed ha dimostrato così che l’Italia ha bisogno di avere al suo vertice una figura con quelle caratteristiche.
Dopo le elezioni del 2018, Mattarella ha pilotato la difficile e imprevedibile formazione di tre governi diversi, se non opposti, fra loro (il Conte 1, il Conte 2, e quello tecnico di Draghi) assicurando infine il transito, senza scosse, alla nuova maggioranza capeggiata da Giorgia Meloni. Ha rappresentato una sicurezza e una garanzia per tutti, di qua e di là, e ci consente di guardare allo Stato come una istituzione che appartiene equamente a tutti. La gente lo ha capito e glie ne è grata.
Perché dico questo? Perché adesso si propone di modificare la Costituzione proprio per quanto riguarda la figura e il ruolo del Capo dello Stato. Si vorrebbe seguire il modello francese: dove il Capo dello Stato è eletto con voto popolare ed è dunque scelto per il suo programma politico, diventando poi il vero Capo del Governo anche se c’è accanto a lui un primo ministro in posizione subordinata. Non ci sarebbe più un Mattarella o il suo equivalente. Davvero potremmo farne a meno? La mia opinione, per quello che conta (cioè niente), è no.