Più tasse, e ridotti o più costosi i servizi forniti dagli enti locali. È lo scenario dell’immediato futuro per i cittadini italiani, in particolare per quelli che le tasse le pagano già. Del federalismo, l’annunciato toccasana, per ora la gente comune ha capito ben poco ma una cosa invece è chiara a tutti: le tasse statali (Irpef, Iva, ecc.) non sono diminuite, mentre le imposte a livello locale sono già aumentate o aumenteranno. Per fornire servizi – dalla sanità ai trasporti pubblici, dalla scuola alla assistenza alle famiglie più bisognose – che subiranno tagli e che diventeranno più cari. È quello che sta succedendo e che succederà nei prossimi mesi anche in Umbria. Una delegazione di Anci Umbria (l’associazione dei 92 Comuni della regione) guidata dal presidente e sindaco di Perugia Wladimiro Boccali ha consegnato recentemente ai prefetti di Perugia e Terni un documento in cui si denuncia “l’insostenibilità della Manovra, le cui conseguenze saranno pesanti: i servizi ai cittadini, alle famiglie, alle imprese, la manutenzione, i servizi sociali, gli asili nido, l’istruzione, l’assistenza agli anziani e ai diversamente abili saranno tagliati, creando malessere sociale che andrà sempre più aumentando nelle nostre comunità”. “Questo – ha detto Boccali ai prefetti – ci preoccupa molto, e ci preoccupa soprattutto la tenuta sociale delle nostre città”. La Regione ha già introdotto dal 12 settembre ticket sanitari su ricette mediche, esami di laboratorio e prestazioni sanitarie (burocraticamente definiti ‘compartecipazione alla spesa sanitaria’). Sono graduati sulle fasce di reddito, con le solite conseguenze che i ‘furbetti’ che evadono le tasse vengono premiati rispetto a pensionati e lavoratori dipendenti. Le Province di Perugia e Terni, mentre si attende ancora di sapere se saranno cancellate o riunite in un unico ente, dall’agosto scorso hanno aumentato l’addizionale provinciale sulla Rc auto del 3,5 per cento. I cittadini forse non lo sanno, ma quando andranno a pagare la polizza, per ogni 500 euro del vecchio premio annuale dovranno sborsarne altri 17 in più. Non ci sono buone notizie neanche sul fronte dei Comuni. Prendiamo quello di Perugia, le cui decisioni incidono sulla vita quotidiana di alcune centinaia di migliaia di persone, se si considerano non solo i residenti ma anche gli studenti, coloro che vi soggiornano per motivi di lavoro ed i turisti. Questi ultimi dal prossimo anno dovranno pagare una tassa di soggiorno, non ancora quantificata, per ogni notte trascorsa negli hotel. Lo prevede “l’atto di indirizzo” della Giunta comunale per il bilancio di previsione del 2012. Vi sono contenute le linee principali lungo le quali il Comune si muoverà in un anno che l’Amministrazione locale ha definito “difficilissimo per i bilanci degli enti locali” in seguito all’ultima manovra del Governo che ha comportato “un taglio di oltre 3,6 miliardi al sistema delle autonomie locali per il 2011, 6,2 miliardi nel 2012 e 7 miliardi nel 2013-14”. Per il Comune di Perugia questo significa che nelle sue casse nel 2011 entreranno 5,6 milioni in meno di trasferimenti da parte dello Stato. Andrà ancora peggio nel 2012, 2013 e 2014 quando il calo di entrate statali sarà di 9,3 milioni l’anno. Tagli – informa il Comune – che saranno ancora più pesanti per effetto del Patto di stabilità (il Comune, anche se ha soldi in cassa, non può spendere oltre un certo tetto) e per minori risorse, non ancora quantificabili, che arriveranno dalla Regione alle prese con gli stessi problemi di bilancio. Una situazione che – secondo la Giunta – andrà a gravare in settori delicatissimi come sociale, istruzione, trasporto pubblico, turismo. L’Amministrazione però “intende proseguire in una strategia di governo basata sul mantenimento dei servizi, salvaguardia dell’occupazione, attenzione per cultura e sociale, razionalizzazione della spesa, reperimento di risorse esterne, recupero dell’evasione”. Per mantenere i servizi non ci sarà solo la nuova tassa di soggiorno per turisti. Per i perugini infatti nel 2012 dovrebbe aumentare l’addizionale Irpef. Nel citato“atto di indirizzo” si parla anche di “revisione delle fasce Isee e delle tariffe dei servizi a domanda”. Tradotto dal burocratese, significa che alcuni cittadini bisognosi che ora non pagano certe imposte potrebbero perdere il diritto alla esenzione e che alcuni servizi (mense, asili nido, trasporti scolastici) potrebbero costare di più. Per fare cassa il Comune metterà in vendita case ed immobili, mentre cercherà di ridurre le spese per il personale e le consulenze. Niente però ancora e stato deciso – assicura la Giunta – e tutte queste misure, che per ora sono solo ipotesi di lavoro, verranno sottoposte ad una ampia consultazioni con sindacati, associazioni e cittadini. Anche per i ternani si annunciano tasse e tariffe più salate. Il vice sindaco Libero Paci ha detto che per fare fronte ai “massicci tagli” delle risorse, il Comune sta pensando di aumentare l’addizionale Irpef, la Tosap, l’imposta sulla pubblicità ma anche le tariffe per usufruire di asili, mense scolastiche ed impianti vari. Non va meglio negli altri Comuni umbri. Quello di Spoleto ad esempio non ha soldi in cassa per pagare i fornitori, e l’assessore al Bilancio Paolo Proietti ha detto che l’Amministrazione nel prossimo anno sarà costretta a rivedere tariffe e servizi per rispettare i parametri del patto di stabilità.
Prepariamoci a essere (tar)tassati
A fronte dei tagli del Governo agli enti pubblici, Regione e Comuni innalzano le imposte e i prezzi dei servizi
AUTORE:
Enzo Ferrini