Il 21 gennaio, nei locali dell’Istituto Nazareth, si sono riuniti i gruppi di Volontariato vincenziano di Perugia, Spoleto, Umbertide, Foligno, Todi, Orvieto. Molteplici i motivi dell’incontro: momenti di spiritualità comunitaria, consegna delle relazioni annuali di ciascun gruppo, occasione per confronti, riflessioni, consigli, scambi di idee. Importantissima e provvidenziale è l’opera di questi gruppi, che aprono la porta della speranza e del sollievo a tanti fratelli bisognosi e disperati, italiani o immigrati che siano. Generalmente l’aiuto inizia con un pacco viveri, ma quel pacco è l’inizio di un cammino verso una vita più vivibile e meno desolata, perché quei fratelli vengono poi aiutati a risolvere i vari problemi di lavoro, di salute, di orientamento nel ginepraio della burocrazia; in breve non sono più soli. Dove è possibile, i volontari lavorano in collegamento con le rispettive Caritas. Alcuni gruppi hanno sottolineato una nota dolente: la mancanza di una sede. l Vincenziani più fortunati sono quelli di Umbertide e di Perugia. I primi, sei anni fa, hanno ricevuto l’eredità di una signora (non era vincenziana) di 250 milioni di lire, con cui hanno acquistato un grande locale (ex ristorante) dove possono realizzare tante iniziative; mentre i Vincenziani di Perugia hanno avuto in comodato ben quattro locali dalla Curia, per cui anche loro possono lavorare molto bene. Orvieto e Todi stanno cercando da tempo una base. La Presidente di Todi ha simpaticamente dichiarato di aver proposto al Vescovo l’installazione di una baracca di legno (tipo quella dei terremotati) nei giardini del vescovado. Ha svolto la parte spirituale dell’incontro don Bruno Molinari, parroco di Verchiano-Foligno e Castel Ritaldi (che vive ancora da terremotato in una baracca; anche la sua chiesa è in una baracca). Era presente monsignor Agostino Rossi, di anni 90, che è stato vicario di Spoleto. L’esortazione più calda da parte della presidente regionale, Donatella Tantillo, e di don Bruno è stata: la preghiera. La preghiera avanti a tutto: la preghiera ci dà la forza di superare tutto. Questa è la particolare preghiera dei Vincenziani: ‘Signore, fammi buon amico di tutti, fa’ che la mia persona ispiri fiducia: a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe cominciare e non sa come, a chi vorrebbe confidarsi e chi non se ne sente capace. Signore aiutami, perché non passi accanto a nessuno con il volto indifferente, con il cuore chiuso, con il passo affrettato. Signore, aiutami ad accorgermi subito di quelli che mi stanno accanto, di quelli che sono preoccupati e disorientati, di quelli che soffrono senza mostrarlo, di quelli che si sentono isolati senza volerlo. Signore, dammi una sensibilità che sappia andare incontro ai cuori. Signore, liberami dall’egoismo, perché Ti possa servire, perché Ti possa amare, perché Ti possa ascoltare in ogni frateilo che mi fai incontrare’.
Porte aperte sulla speranza
I gruppi di Volontariato vincenziano si sono incontrati per fare il punto sulle attività e sui problemi, soprattutto logistici
AUTORE:
Maria Antonietta Bacci