Ora che l’atto costitutivo della Fondazione per le cellule staminali è stato stipulato a firma dell’Istituto superiore di sanità, Comune di Terni, diocesi di Terni, Fondazione Carit e Camera di commercio, sarà avviata a Terni l’attività di ricerca vera e propria. Un percorso non privo di ostacoli ha segnato la storia del progetto che, da cinque anni, vede impegnati su diversi fronti il Comune di Terni, la diocesi di Terni, l’Azienda ospedaliera ternana e altre istituzioni locali. Ma già nel prossimo futuro saranno completati, al terzo piano dell’ospedale, i lavori per attrezzare una banca sulle cellule staminali celebrali in regime Gmp, ossia cellule pronte per essere trapiantate nei pazienti, realizzata in collaborazione con istituti di Milano per creare un network nazionale. Entro il 2007 sarà invece ultimata la ristrutturazione dell’ex palazzina della Milizia di Colle Obito, di proprietà dell’Ater, agenzia alla quale gli enti locali e la Regione hanno messo a disposizione 9 milioni di euro per effettuare i lavori. Il nascente Institute Brain Repair sarà diretto dal prof. Angelo Vescovi, biologo e ricercatore all’università degli studi di Milano Bicocca. L’istituto sarà destinato a svolgere importanti ricerche sulle terapie per le malattie, soprattutto quelle neurodegenerative. Per quanto riguarda l’utilizzo delle cellule staminali adulte è lo stesso prof. Angelo Vescovi a sottolinearne l’utilità per la cura di diverse malattie: dai tumori alla vista, fino all’utilizzo in ortopedia ‘le cellule staminali, infatti, possono essere utilizzate per integrare nell’organismo delle protesi – sostiene Vescovi – Esistono inoltre numerose terapie salvavita che rappresentano realtà cliniche importanti, quali le cure per la leucemia, le grandi lesioni ossee, le grandi ustioni, il trapianto di cornea ‘ ricorda Vescovi. Ci sono poi nuove sperimentazioni sul paziente che implicano l’utilizzo di cellule staminali cerebrali umane. Le terapie cellulari per le malattie degenerative non si basano solo sul trapianto di cellule prodotte in laboratorio, ma esistono tecniche altrettanto promettenti basate sull’attivazione delle cellule staminali nella loro sede di residenza. Saranno quindi le cellule del paziente stesso che si occuperanno di curare la malattia, una volta stimolate con opportuni farmaci’. ‘L’istituto Ibr – precisa il ricercatore – studia la neurorigenerazione, ossia la rigenerazione del tessuto nervoso, dove sicuramente il primo attore sono le cellule staminali adulte, ma dove ci sarà spazio per ricerche basate su altre tecnologie, che ho importato a Milano da Boston, come le nanotecnologie, nanofibre, biopolimeri, terapia genica’.
Porte aperte alla ricerca
CELLULE STAMINALI. Stipulato atto costitutivo della Fondazione che sarà diretta dal prof. Angelo Vescovi
AUTORE:
Elisabetta Lomoro