Per una città il santo Patrono è come un faro, una luce che indica il cammino, che testimonia i valori fondanti della comunità non solo ecclesiale ma anche civile. San Valentino, dalla tradizione evocato come protettore dei fidanzati, è patrono dell’amore cristiano, un vescovo che ha protetto con fierezza la testimonianza della sua fede, spinto dall’obiettivo di educare, animare e guidare alla fede cristiana la comunità del suo tempo.
La festa che la chiesa diocesana tributa al proprio patrono rievoca san Valentino evangelizzatore e pastore che si è collocato avanti al suo popolo per indicare la strada; in mezzo per convincere con discorsi persuasivi; dietro per raccogliere con amore chi faticava a seguire la carovana.
Le iniziative valentiniane “Per amore della città” sono un invito a una riflessione e a una partecipazione civile dei cittadini e delle forze politiche, culturali, associative, sociali e imprenditoriali.
L’appello del Vescovo , nel corso della celebrazione del pontificale, a “una forte collaborazione democratica di tutte le componenti civili per risolvere i problemi e ridare speranza alla città” è un segno di amore come certamente lo è stata la processione con l’urna di san Valentino, che dopo ben 44 anni, è tornata ad attraversare le vie della città.
IN DIRETTA su Umbria Radio
Domenica 18 febbraio Umbria Radio trasmetterà in diretta la messa celebrata alle ore 11 presso la basilica di San Valentino a Terni. La diretta sarà dedicata alla vita parrocchiale della comunità e alla festa del patrono che (solitamente) si celebra il 14 febbraio.
La situazione di Terni, che vive una delle stagioni più delicate e incerte, è segnata da una profonda crisi sociale, istituzionale ed economica, con il preoccupante eso- do di giovani all’estero: circa 600 nello scorso anno hanno lasciato la città in cerca di miglior fortuna.
“A livello economico – ha detto padre Piemontese – si notano divari notevoli tra gruppi di cittadini abbienti e sacche di povertà intollerabili. Notevole preoccupazione suscita l’affievolimento dei valori morali e civili, e la disinvoltura o peggio il poco rispetto da parte di gruppi di cittadini verso le istituzioni. Credo che occorra avviare un personale e comune esame di coscienza, sincero, leale e costruttivo per risalire alle cause dell’attuale situazione” ha evidenziato, chiamando in causa il mondo politico, partitico, sociale, imprenditoriale, sindacale, culturale, associativo, ecclesiastico, perché “tutti abbiamo il dovere, ciascuno per la sua parte, di individuare le ragioni che hanno portato la città alla corrente situazione di dissesto, e collaborare per riportarla in sicurezza e alla dignità, che le spetta”.
Senza strumentalizzazioni o interpretazioni di una esortazione chiara e paterna.
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