Politici sotto indagine. Il giudizio prima della sentenza

Ci risiamo con le indagini sui politici sospettati di corruzione. Adesso è sotto accusa il presidente della regione Liguria; e puntualmente tutti quelli della sua parte politica si sbracciano ad invocare il garantismo e la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio (e magari oltre).

Sul concetto di garantismo e sulla presunzione di innocenza ci sarebbe molto da dire, ma non posso farlo qui. Mi limito a dire che la presunzione di innocenza vale essenzialmente ai fini penali, ma non vieta che i comportamenti di un uomo politico, se palesi e attinenti alla vita pubblica, siano valutati e giudicati sul piano politico, e che l’elettorato ne possa trarre le conclusioni dovute senza aspettare le sentenze dei giudici. Mi sembra esemplare la vicenda di François Fillon.

Il suo nome è poco conosciuto in Italia, ma era conosciutissimo e rispettato in Francia fino a qualche anno fa. Era l’esponente più autorevole della destra gaullista (noi diremmo un centro-destra liberale e moderato); era stato più volte ministro e anche primo ministro; in vista delle elezioni del 2017 era il candidato favorito per la nomina a Presidente della Repubblica; tutti i sondaggi lo davano vincente.

Quattro mesi prima delle elezioni, però, si scoprì che da anni sua moglie prendeva dallo Stato un lauto stipendio come assistente parlamentare del marito, ma in realtà non aveva mai svolto quel lavoro, neanche per un giorno. In Italia pochi ci avrebbero fatto caso, ma in Francia fu uno scandalo.

Nessuno disse che si doveva aspettare una sentenza della magistratura, tanto meno quella della Cassazione; nessuno parlò di giustizia a orologeria, benché fosse in corso la campagna elettorale. Il fatto c’era, e bastava. La maggioranza dei francesi non voleva un presidente che si approfittasse della sua posizione per fare avere alla moglie uno stipendio statale non guadagnato. Fillon non ritirò la sua candidatura, ma il suo nome crollò nei sondaggi; allo scrutinio risultò terzo, escluso dal ballottaggio dietro lo sconosciuto Macron e Marine Le Pen.

Dopo di allora, lui è scomparso dalla politica, e anche il suo partito è finito nella irrilevanza. Non voglio mitizzare la Francia e i francesi, ma mi pare che sentano molto più di noi il rispetto per le istituzioni e l’esigenza che chi le rappresenta sia moralmente inattaccabile.

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