La prima Conferenza regionale sulla famiglia è stata promossa sabato dal Forum regionale delle famiglie. In genere le ‘Conferenze’ sono promosse da enti pubblici, e la Conferenza nazionale, sempre sulla famiglia, che si terrà dal 9 all’11 novembre a Milano è promossa dal Governo. In questa regione, però, il Forum delle famiglie ha deciso di prendere l’iniziativa per far fronte all’inerzia delle istituzioni locali, a cominciare dalla Regione che pur avendo approvato una legge sulla famiglia ancora non ha messo in cantiere il regolamento attuativo né ha sbloccato i tre milioni di euro destinati alle famiglie e i centomila euro destinati, dalla stessa legge, ai comuni a misura di famiglia ed alle associazioni familiari. Sono proprio queste le prime richieste che il Forum intende presentare ai politici umbri che parteciperanno alla Conferenza convocata alle ore 9 a Palazzo dei Priori, a Perugia. “Questa è la prima, poi seguirà la seconda e poi la terza …” annuncia il presidente del Forum, Simone Pillon che presenta l’appuntamento di sabato come un’occasione per fare una sorta di brain storming, ovvero un’ampia panoramica di quello che possono fare gli enti pubblici per dare sostegno efficace alla famiglia e alla natalità. L’Umbria ne ha davvero bisogno, ha detto Pillon sgombrando il campo dalle accuse di ‘ideologismo’. “Noi non ci impegniamo per la famiglia solo perché la preferiamo alle coppie gay, come vorrebbe far credere qualcuno. Per noi prima ancora delle scelte sulle tasse, tariffe e servizi, i Comuni, gli enti locali, devono chiarire quale è la loro posizione rispetto alla questione che sta a monte: la questione antropologica. Devono dirci se scelgono una ‘antropologia ecologica’ nella quale l’uomo vive secondo la sua naturalità per cui solo dall’unione di un uomo e di una donna può nascere un bambino, ovvero se scelgono una ‘antropologia artificiale’ nella quale ognuno pretende di vedere soddisfatto ogni suo capriccio”. I problemi sono seri e non ideologici, ha continuato il presidente del Forum, ricordando che in Italia e ancor più in Umbria “si fanno i conti con il drammatico tasso di natalità, uno fra i più bassi del mondo. Il nostro obiettivo – ha aggiunto – è trasformare le politiche assistenziali in politiche familiari che abbiano come riferimento la famiglia in quanto tale e non solo il singolo. In una regione come l’Umbria in cui il saldo della popolazione, esclusi gli immigrati, è gravemente negativo, dove gli aborti sono il 20% dei nascituri, siamo in una “situazione allarmante che le istituzioni non recepiscono” pur sapendo che costituisce un danno anche economico e non solo sociale, per il prossimo futuro. “Per attuare una concreta politica a favore della vita – ha quindi anticipato Pillon – nel prossimo mese di novembre verrà presentato in tutte le regioni italiane congiuntamente un progetto di legge sulla vita, argomento previsto ma poi epurato dalla legge regionale sulla famiglia approvata in Umbria quest’anno”. Dati alla mano il presidente del Forum ha presentato anche il grande problema dei disagi sociali provocati dalle separazioni. Nel 2009 su 71mila famiglie si sono registrate 1.079 separazioni che hanno coinvolto oltre 700 figli, bambini segnati per sempre dalle ferite della separazione dei genitori. “Sappiamo da altre esperienze che il 60% delle coppie che si separano possono essere riconciliate, ma non lo fanno perché non hanno alternativa, non hanno chi li accompagni in questo percorso” ha detto Pillon annunciando che nella convenzione firmata tra il Forum dell’Umbria ed i Comuni che si sono impegnati ad essere “a misura di famiglia’ (Baschi, Montefalco, Massa Martana e Passignano sul Trasimeno), è prevista l’attivazione di un servizio di “conciliazione” per le coppie. Un esempio delle molte scelte che possono essere fatte a sostegno della famiglia.
Politiche a misura di famiglia
Il Forum delle famiglie invita gli enti locali e propone politiche per la famiglia
AUTORE:
Maria Rita Valli