Una parola pacata e serena a quanti saranno eletti nel Parlamento della XVI legislatura’. È quella rivolta il 10 marzo, a poco più di un mese dalle elezioni del 13 e 14 aprile, dal cardinale presidente della Cei, Angelo Bagnasco, nella parte conclusiva della prolusione con cui ha aperto i lavori della sessione primaverile del Consiglio permanente. Il Cardinale ha rilevato ‘le attese più urgenti e i problemi indilazionabili che la popolazione avverte con crescente disagio e per i quali attende risposte credibili, concrete e rapide’. ‘In estrema sintesi, e semplificando, potremmo parlare del problema della spesa’, ha detto, facendo riferimento all’esigenza di ‘aumento dei salari minimi’, ‘alla difesa del potere d’acquisto delle pensioni’, e, ancora, ‘dall’emergenza abitativa alle iniziative di sostegno della maternità, dalle misure per una maggiore sicurezza nei posti di lavoro, al miglioramento di alcune fondamentali infrastrutture a servizio anche dei pendolari’. L’esemplarità della politica. Il card. Bagnasco ha quindi auspicato che ‘all’indomani del voto ci sia una spinta convergente, nel rispetto dei ruoli che il corpo elettorale vorrà assegnare, per affrontare realmente queste situazioni’. ‘Dobbiamo uscire dall’individualismo, dal pensare egoisticamente solo a se stessi e alla propria categoria nella dimenticanza di tutti gli altri – è stato il suo richiamo conclusivo -. Ce la faremo, se anche la politica farà la sua parte. Essa peraltro ha un’insopprimibile valenza di esemplarità’. Su questi punti il Sir ha raccolto il commento di Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte costituzionale e docente di Diritto canonico ed ecclesiastico all’Università Tor Vergata di Roma. L’attenzione per l’uomo. ‘In maniera straordinariamente lucida e acuta il card. Bagnasco tocca i problemi realmente esistenti sul tappeto e invita chi è attualmente in campo, e chi verrà eletto, a dare risposta a queste attese, esprimendo così la realtà di una Chiesa che vive profondamente innervata nella società e ne conosce e coglie anche le pieghe più nascoste – dichiara Mirabelli. – La Chiesa ha ben presente l’attuale e diffusa situazione di impoverimento nel nostro Paese; una realtà non ancora drammatica ma che richiede attenzione per non diventarlo’. Per il costituzionalista ‘il richiamo così ‘concreto’ del card. Bagnasco non deve meravigliare: in esso non vi è alcuna linea materialistica o consumistica, ma, piuttosto, una linea che guarda all’essenziale e, se ce ne fosse bisogno, conferma l’attenzione della Chiesa per l’uomo, rammentando che esistono anche dei diritti economico-sociali garantiti dalla Costituzione e da diverse Convenzioni internazionali, connessi peraltro alla dignità della persona umana. Il diritto alla casa è inalienabile, così come quello ad un lavoro che non si traduca in costante precarietà’. Una politica ‘concreta’ e ‘alta’. Di qui ‘il dovere all’impegno e l’invito della Chiesa ai partecipanti alla competizione elettorale ad indicare le risposte che intendono fornire a questi problemi anche materiali: una forma di politica concreta che si deve inscrivere in una cornice ‘alta’, perché – secondo Mirabelli – le due dimensioni devono convergere nella ricerca del bene comune’. Occorre ‘dare un fondamento etico e di solidarietà alla convivenza – prosegue il giurista -. Non siamo una somma di individui, è il nostro destino comune a chiederci di adoperarsi per la realizzazione del bene di tutti. Un’idea di comunità e solidarietà contenuta nell’art. 2 della Costituzione, che parla di diritti inviolabili e doveri inderogabili sia per quanto riguarda le persone, sia per quanto riguarda le formazioni sociali, il mondo del lavoro, dell’impresa e della politica’. Nuova logica culturale. Conseguenza ne è, prosegue il docente, la domanda del card. Bagnasco alla politica ‘affinché eserciti il suo ruolo alto di risposta ai problemi, di orientamento e guida in rapporto alle domande della popolazione, e la sottolineatura del suo ruolo di esemplarità’. Sul richiamo del presidente Cei a ‘uscire dall’individualismo’, Mirabelli afferma: ‘Ciò deve avvenire anzitutto in una logica culturale: non è pensabile una politica attenta al bene comune se la logica culturale rimane quella dell’egoismo e del pensare soltanto ai propri interessi come metro di ogni azione. Un appello, quello del card. Bagnasco, che chiama in causa anzitutto l’impegno e la testimonianza dei cattolici’.
Politica concreta ma alta
Italia. I problemi 'non rimandabili' del nostro Paese secondo i Vescovi
AUTORE:
Giovanna Pasqualin Traversa