La vera sicurezza si ha quando c’è anche legalità, e ha bisogno della collaborazione dei cittadini. Lo sottolinea il nuovo questore di Perugia Carmelo Gugliotta in un’intervista a La Voce. “La legalità – spiega – crea sicurezza e benessere e quindi conviene a tutti”. Gugliotta è arrivato a Perugia all’inizio dell’anno da Messina, dopo una carriera in polizia che lo ha visto impegnato con vari ruoli in fronti difficili come quelli della Sicilia e della Calabria. In Umbria – dice – ha trovato cittadini che collaborano attivamente con le forze di polizia, e una rete di associazioni spontanee promotrici di progetti che contribuiscono anche alla tutela della sicurezza. Come si spiegano allora i risultati dell’ultimo rapporto Istat secondo il quale nell’arco di un ventennio (1993-2013) l’Umbria è passata dall’ottavo al terzo posto nella classifica delle regioni italiane sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini? Soltanto gli abitanti di due grandi regioni come Lazio e Lombardia avvertono più alto il rischio di potere essere vittima di attività criminali. E questo anche se, per numero di reati in rapporto alla popolazione, la situazione dell’Umbria è migliore di quella della media nazionale e del centro Italia. Alcune risposte ai dati di questo rapporto vengono dal questore e dal suo capo di gabinetto, Salvatore Barba, da molti anni in servizio a Perugia dopo esperienze a Genova e in Lombardia. La prima considerazione è che gli abitanti dell’Umbria erano abituati ad una vita molto più tranquilla di tante altre realtà. Per cui, anche con livelli di criminalità inferiori alla media italiana, gli umbri si sentono sempre più preoccupati e insicuri. “Si è infatti accentuata – spiega il questore – la differenza tra il livello di sicurezza reale e quello della sicurezza percepita dalle persone. Un senso di insicurezza che deriva anche dalla situazione economica e dalla conseguente preoccupazione delle famiglie”. Paure e timori – continua il questore – alimentate anche da certi titoli allarmistici dei giornali. Eppure in provincia di Perugia, con importanti operazioni di polizia come l’operazione “Pitbull”, che ha sgominato un’organizzazione di una quarantina di persone (romeni e albanesi) che svaligiavano case e negozi, negli ultimi tre mesi i furti si sono dimezzati. L’auto della polizia che passa tra la gente – spiega ancora il questore – aumenta la “percezione della sicurezza” nei cittadini, ma per la tutela della sicurezza reale è invece molto più efficace il lavoro quotidiano e nascosto dei tanti poliziotti in borghese.
Ci sono poi dati statistici che alimentano paura e allarme ma che non rispecchiano la realtà. A Perugia – osserva Barba – ci sono più di 20.000 studenti universitari e in Umbria sono decine di migliaia i turisti, la cui presenza altera gli indici del rapporto tra reati e numero di residenti. Come nel caso dei morti per droga. Per la sua posizione geografica e per la presenza di tanti giovani Perugia, è una piazza interessante per il mercato degli stupefacenti. Molte delle vittime della droga a Perugia e in Umbria provengono però da altre regioni, e questo contribuisce a falsare quell’indice del rapporto tra morti e abitanti. Per stroncare questo mercato la questura, oltre che a combattere con successo spacciatori e trafficanti di droga, interviene con fogli di via per i loro clienti. Provvedimenti che impediscono loro di tornare a Perugia per tre anni, riducendo la richiesta di droga sulla piazza perugina. I risultati già ci sono: nell’ultimo anno si è ridotto il numero di overdosi anche mortali e, soprattutto, trafficanti e spacciatori hanno avvertito che il clima a Perugia e in Umbria sta cambiando e che la loro attività è diventata più rischiosa. Il lavoro della questura e delle altre forze di polizia sta infatti producendo risultati positivi anche grazie alla collaborazione della gente. Associazioni e cittadini – sottolinea Gugliotta – “stanno collaborando in modo intelligente con segnalazioni utili e appropriate”. Il questore cita il caso dell’associazione MappiAmo Perugia, con un sito internet dove i cittadini in gran numero stanno immettendo immagini e segnalazioni delle tante cose che non vanno. Una rete di dati, con relativa mappa, utile agli amministratori pubblici ma anche alla polizia per questioni e fatti riguardanti la sicurezza. Ma sono tante le associazioni spontanee di cittadini, sorte nei quartieri e in altre realtà, con le quali – sottolinea il questore – “vorrei trovare una intesa ancora maggiore per iniziative specifiche”. Però anche nella realtà perugina e umbra ci sono “zone grigie”di interessi diffusi non sempre cristallini. Speculazioni immobiliari e guadagni da affitti in nero o con prestanome per alloggiare persone poco raccomandabili (ladri, spacciatori, ecc.), riciclaggio di capitali sporchi da parte di organizzazioni criminali, usura, sfruttamento della prostituzione e gioco d’azzardo. Problemi e situazioni che magistratura e forze di polizia possono affrontare e combattere meglio solo con la collaborazione della gente. Una collaborazione – ripete il questore – non soltanto utile ma indispensabile. Che però non è sufficiente se non affiancata dal rispetto delle regole e delle leggi da parte di tutti. Nei comportamenti quotidiani, dal rispetto del codice della strada al pagamento delle tasse: perché chi evade danneggia gli altri e, nel caso di imprenditori e aziende, opera in concorrenza sleale nelle attività economiche. Perciò la questura è impegnata con tante iniziative anche nelle scuole per fare capire che con il rispetto della legalità la società è migliore. Gugliotta assicura che ci sono mezzi e uomini sufficienti per garantire la sicurezza in provincia di Perugia, ma che una riorganizzazione della spesa in questo settore è possibile eliminando anche alcuni presidi sul territorio per utilizzare meglio le forze disponibili. Auspica anche una giustizia più rapida, e soprattutto una “pena certa e subito” perché un garantismo talvolta eccessivo, nei fatti, non aiuta la gente onesta. Temi questi che saranno anche oggetto dell’incontro che il card. Gualtiero Bassetti avrà con gli uomini e donne della polizia il 6 maggio in questura a Perugia.