Pillola del giorno dopo: mobbing su chi fa obiezione di coscienza

Due medici denunciano comportamenti scorretti da parte dell'Azienda, per aver rifiutato di prescrivere il Levonogestrel. Il Forum delle famiglie e altre associazioni chiedono chiarimenti alla Region

Ce ne siamo già occupati mesi fa riguardo ai farmacisti ma, a quanto pare, il diritto all’obiezione di coscienza nella somministrazione della ‘pillola del giorno dopo’ non è garantita neppure a medici e infermieri. Per questo motivo il Forum delle Associazioni Familiari dell’Umbria, che ‘da tempo sta monitorando i tentativi portati dalla burocrazia sanitaria regionale di comprimere la libertà di coscienza, la professionalità e la libera determinazione dei lavoratori della sanità’, è intervenuto con una nota alla stampa, per rendere pubblica la richiesta di chiarimenti presentata all’assessore regionale alla sanità per nuovi fatti denunciati da due medici umbri. ‘Nel dicembre 2006 – si legge nella nota – si sono rivolti al Forum due medici dipendenti di una Asl umbra e incaricati di prestare il loro servizio nei consultori pubblici. I due sanitari – obiettori di coscienza – che hanno chiesto l’anonimato temendo ritorsioni dei loro superiori – hanno raccontato di essere soggetti a pressioni, minacce di trasferimenti, turni forzati e altro proprio in quanto i vertici aziendali non riconoscono loro il diritto di valersi della clausola di coscienza in ordine alla prescrizione e somministrazione di Levonogestrel. Gli stessi hanno poi denunciato l’atteggiamento prevaricatore tenuto nei loro confronti dai vertici aziendali che – nel corso di incontri di aggiornamento ovvero mediante affissioni nei luoghi di lavoro – hanno apertamente minacciato il ricorso a sanzioni disciplinari, amministrative e penali contro chi – obiettore – rifiutasse per ragioni di coscienza la prescrizione o la somministrazione del citato principio attivo potenzialmente abortivo’. Il Forum ha immediatamente inviato, il 21 febbraio, all’assessore alla Sanità, una richiesta di chiarimenti cui hanno aderito sia associazioni di tutela della vita quali il Movimento per la Vita e la Aucc , sia e più ancora sindacati e associazioni di tutela dei lavoratori quali Cisl Medici e Acli Umbria, oltre all’ordine professionale dei medici di Perugia. ‘Nel frattempo uno dei due medici – sottoposto a vero e proprio mobbing ‘ ha dovuto chiedere l’aspettativa non retribuita non essendo più in grado di reggere la pressione cui era sottoposto’. Il Forum si chiede ‘se i vertici della sanità Umbra continueranno col loro assordante silenzio, magari nascondendosi dietro la foglia di fico di una malintesa laicità della pubblica amministrazione ovvero se decideranno finalmente di emanare sul punto un compiuto provvedimento in grado di tutelare la libertà e l’autodeterminazione delle coscienze dei sanitari. In caso contrario la loro omissione e ‘ più ancora ‘ i gravi comportamenti di mobbing ora descritti saranno sottoposti al vaglio pubblico, politico e’- se del caso ‘ giurisdizionale’.

AUTORE: M. R. V.