Con una cerimonia ufficializzata dalla presenza di rappresentanze istituzionali, la comunità di Petrignano ha recentemente commemorato (sabato 12 ottobre) don Luigi Ortolani che in questo operoso centro si è distinto nel ruolo di parroco esercitato per quaranta anni.
Una cerimonia sviluppatasi con una successione di fasi: inaugurazione del parco intitolato allo stesso; la concelebrazione eucaristica presieduta dal vicario diocesano mons. Saba; la presentazione a cura dell’attuale parroco don Franco Fasolini della monografia Don Luigi Ortolani scritta da Alessandro Cianetti; la rievocazione della stessa figura esposta dal citato autore che per la stesura è stato obbligato a frugare “in tutti i cassettini” della memoria e a consultare il materiale conservato nei vari archivi.
Preziosa la collaborazione per il corredo fotografico di Angelo e Aulo Piccardi e per la documentazione garantita da Romolo Cesaretti. Nella premessa l’autore introduce immediatamente il personaggio: “Nella reggenza quarantennale della parrocchia, don Luigi ha dovuto fare i conti con le vicende del fascismo, del secondo conflitto mondiale, del post-fascismo, del dopoguerra, della drammatica crisi economica di Petrignano, bel boom economico degli anni Settanta…”.
Ordinato sacerdote, don Luigi celebra la prima messa il 21 settembre 1936 a Cannara: suonava l’organo per l’occasione – nessuna meraviglia! – Giuseppe Epifani, padre di Guglielmo Epifani attuale segretario del Pd. Si erano conosciuti e avevano stretto amicizia frequentando lo stesso seminario. Dopo una prima fase trascorsa a Collemancio, don Luigi approda nel giugno del 1938 a Petrignano dove si prodiga in mezzo alla gente durante i tragici eventi dei bombardamenti, fallimenti imprenditoriali e conseguente disoccupazione, ma altrettanto coinvolto nella valorizzazione del territorio e nella sua rinascita.
Dalle pagine emerge il profilo di un sacerdote anche politicamente motivato, tanto da creare una scuola di formazione coerente alla dottrina sociale della chiesa. Il vento innovatore del Concilio lo privò di certezze acquisite, rendendolo come altri sacerdoti, titubante non tanto verso i contenuti quanto verso le norme liturgiche. Nel 1977 si ritirò a Cannara, sua terra d’origine, e qui passò ad altra vita il 21 settembre 1990 nella ricorrenza di san Matteo come era avvenuto nel giorno della sua prima messa. Così rimarca Cianetti, che nella prima di copertina ha voluto porre, in basso, il sottotitolo affettuoso “Un curato d’altri tempi” attribuendo a don Luigi zelo e passione pastorale.