Perugia: Veglie di preghiere di Avvento dei giovani nelle sette Zone pastorali

Partecipate ma non troppo al tempo del Covid-19. Il cardinale Gualtiero Bassetti nel suo toccante messaggio augurale: La nostra società per cambiare ha bisogno di voi, perché è necessario ribaltare questa coltre di egoismo e di violenza che rischia di ricoprire il mondo.

PERUGIA- Come da programma si sono tenute nelle sette Zone pastorali dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, all’ora di cena di giovedì 17 dicembre, le Veglie di preghiere di Avvento dei giovani, un appuntamento tradizionale e molto partecipato che prima del Covid si teneva nella Cattedrale di San Lorenzo dove centinaia di ragazzi e ragazze, provenienti un po’da tutte le parrocchie, si radunavano attorno al loro Pastore, il cardinale Gualtiero Bassetti.

Le Veglie di preghiere, partecipate, ma non troppo, nel rispetto delle norme per prevenire il contagio da Coronavirus, si sono tenute in sette chiese parrocchiali con la presenza di parroci, religiosi e religiose, diaconi e seminaristi: Madonna Alta di Perugia (I Zona); San Sisto di Perugia (II Zona); Torgiano (III Zona); Montelaguardia (IV Zona); Papiano (V Zona); Passignano (VI Zona); Castiglione del Lago (VII Zona), organizzate dalle costituenti equipe zonali giovanili e promosse, come ogni anno, dagli Uffici diocesani per le Pastorali giovanile, vocazionale ed universitaria, guidate da don Luca Delunghi, don Alessandro Scarda e don Riccardo Pascolini. Apertesi con il video-messaggio augurale del cardinale Bassetti (dove non è stato possibile trasmetterlo è stato letto) e la meditazione della Parola di Dio, sono culminate con l’adorazione eucaristica animata dagli stessi giovani, alcuni dei quali hanno tenuto delle testimonianze di fede su questo difficile periodo che trova risposte nel passo biblico del profeta Isaia: Sentinella quanto resta della notte? (Is 21, 11), tema delle sette Veglie di Avvento.
“Il momento di preghiera è stata certamente una buona occasione per permettere ai ragazzi di non considerarsi soli -ha sottolineato il direttore don Luca Delunghi– né tantomeno abbandonati in questo tempo in cui tutto rischia di farcelo pensare. La sentinella è chiamata a restare nel suo posto di guardia nonostante sia consapevole che ci sia una notte in quel frammento della sua vita, è chiamata ad ascoltare le domande di chi,
come tanti, nella propria vita si chiedono quando arriverà il termine della notte. Siamo certi che in questo Avvento possiamo vivere con speranza certa l’attesa di Colui che viene e che il cielo ha saputo indicare anche ai Magi e ai pastori. Viviamo, scegliendo e agendo con la consapevolezza che tutto concorre al Sommo Bene e certamente riusciremo a vedere l’alba di un nuovo tempo ma soprattutto le stelle buone del mattino. Come ha detto il Cardinale nel suo messaggio rivolto a tutti, iniziando dalle giovani generazioni a noi tutti è affidato il futuro della società”.
Questo, il testo integrale del messaggio  che il cardinale Gualtiero Bassetti, ha rivolto  ai giovani, ai sacerdoti, ai diaconi, ai religiosi, alle consacrate, a tutti i fedeli di Cristo dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, che hanno partecipato alle  Veglie di preghiere.
“Carissimi giovani, carissimi sacerdoti e animatori, che donate gocce di vita ai nostri ragazzi, è la prima volta, dopo tanti anni, che non ci incontreremo in Cattedrale, ma anche se siete costretti a rimanere divisi in gruppi nelle varie zone pastorali, io, questa sera, chiuderò gli occhi e contemplerò col cuore quel caleidoscopio di colori, di voci e di canti, che facevano della nostra Cattedrale il più bel tappeto, o meglio il più bel giardino, della Diocesi. C’è bisogno di gente nuova.

Il Vescovo è con voi, un po’ invecchiato, più fragile, ma grazie anche alle vostre preghiere il suo cuore non ha ceduto sotto gli attacchi del virus, un nemico terribile che può portarti via la vita come il vento trasporta i fuscelli. Grazie a Dio ci sono e sono con voi, e continuerò a dirvi ciò che tante volte vi ho già comunicato.

La nostra società per cambiare ha bisogno di voi, perché è necessario ribaltare questa coltre di egoismo e di violenza che rischia di ricoprire il Mondo. C’è bisogno di gente nuova, che non vada secondo corrente, ma sappia essere coscienza critica. Mi auguro, e spero, che sia in voi questa coscienza critica. La nostra gente si sente sola, quasi abbandonata: ha bisogno del vostro sguardo limpido, della vostra amicizia. Spesso constatiamo attorno a
noi, anche nelle nostre parrocchie e comunità, apatia e stanchezza: perciò vivete la vostra vita con gioia e passione. Non recintatevi dentro di voi circoscrivendo la vostra vita in piccoli ambiti egoistici, invidiosi, incapaci quindi di aprirsi agli altri.
Il sogno precede l’aurora. Siate capaci di sognare, come spesso ripete il nostro Papa Francesco. Perché, come diceva don Tonino Bello, che ho incontrato diverse volte negli anni della mia giovinezza, il sogno precede l’aurora. E ricordate sempre, miei cari ragazzi, che ognuno di voi è una parola importante del vocabolario di Dio, parola che non si ripeterà più, perché ognuno di noi è unico e irripetibile.
Possano crescere tanti fiori. Termino questa mia breve esortazione con un augurio che un Vescovo, morto in concetto di santità, fece ai giovani della sua Diocesi alla fine di un incontro simile al vostro: vi auguro una vita splendida, illuminata da quel sole che è Gesù, nato a Betlemme. Lui, che noi trepidi attendiamo, benedica i vostri passi per sempre. E sulle orme dei vostri passi possano crescere tanti fiori, così chi vi incontrerà potrà
sempre benedirvi.
Auguro a tutti un Natale buono, in cui possa realizzarsi per voi l’invito che Papa Francesco rivolge a tutto il Mondo alla fine della sua Enciclica Fratelli tutti. Si tratta della conclusione di un messaggio del Beato Charles de Foucauld, fondatore dei Piccoli Fratelli di Gesù: pregate Iddio affinché io sia davvero fratello di tutte le anime di questo paese”. Voleva essere, in definitiva, il “fratello universale.
Dio Padre, mediante il suo Figlio incarnato e fatto uomo, ispiri questi
propositi in ciascuno di noi. Amen”.