I clienti delle prostitute che affollano i marciapiedi delle “strade a luci rosse” di Perugia dall’inizio di aprile rischiano una multa salata da 450 euro, per una ordinanza emessa dal sindaco Wladimiro Boccali. Le multe sono già arrivate numerose ed hanno riguardato uomini residenti in tutta la provincia e di tutte le età. Tra loro anche un 70enne di Magione sorpreso dalla polizia sulla via Trasimeno Ovest mentre si intratteneva in auto con due giovani prostitute dei Paesi dell’Est Europa.
L’intensificazione dei controlli delle forze di polizia e le multe ai clienti sembrano avere ridotto la presenza delle “lucciole” sulle strade, ma il fenomeno prostituzione a Perugia ed in Umbria resta in tutta la sua gravità, anche se meno appariscente.
Un fenomeno grave, perché la prostituzione alimenta la criminalità e si basa sullo sfruttamento di persone, spesso molto giovani e arrivate in Italia per cercare un futuro migliore, costrette sui marciapedi con violenze morali ed anche fisiche. Persone fragili che finiscono quasi sempre nelle reti di organizzazioni criminali, come avvenuto recentemente nell’Eugubino dove due diciottenni straniere sono state aggredite, sequestrate e picchiate da loro “concorrenti”.
L’ordinanza del Sindaco di Perugia elenca una serie di strade in cui è vietato agli automobilisti di fermarsi per fare salire “soggetti dediti al meretricio”. Lo scopo – aveva spiegato Boccali – è quello di contrastare “situazioni diffuse di illegalità” nel territorio, lo “sfruttamento delle donne ed il malcostume”. Un provvedimento duramente contestato dai radicali. “Intrisa di moralismo insopportabile, l’ordinanza – affermano – è una scorciatoia proibizionista che mira ad eliminare la prostituzione per strada: obiettivo impossibile da raggiungere, che avrà la conseguenza di spostare il problema da una zona ad un’altra e di non risolvere il problema della criminalità, laddove esiste”.
Analoghi provvedimenti sono però stati adottati anche in altre città italiane. La prostituzione preoccupa anche il Governo. “Contro la prostituzione – ha detto recentemente il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, a margine di un convegno dell’Anci – abbiamo le armi spuntate. Serve qualche norma più incisiva, per contrastare un problema importante che è volano di malaffare“.
La prostituzione non è certo solo un problema di polizia che possa essere risolto con un’ordinanza come quella del Sindaco di Perugia. Hanno in parte ragione i radicali, quando dicono che si rischia di trasferire il problema da una zona all’altra. Di renderlo meno visibile, nelle case e nei locali notturni. In Umbria negli ultimi tempi sono stati scoperti “appartamenti a luci rosse”, alcuni centri di estetica che in realtà erano case di appuntamento con prostitute cinesi, hotel in cui avvenenti ragazze dell’Est erano a disposizione dei clienti. L’ordinanza del Sindaco di Perugia è però un segnale forte che lo Stato non resta indifferente di fronte al problema, anche se certamente non basta. Raccoglie inoltre le giuste proteste di tanti cittadini delle zone dove sono soliti incontrarsi prostitute e clienti.
Da una recente ricerca del Censis sui “valori degli italiani” emerge che il 71,5 per cento dei cittadini chiede più leggi e regole nei confronti della prostituzione. Che però non bastano perché, come detto, non può essere considerato ed affrontato solo come un problema di polizia e di ordine pubblico.
Serve ben altro, come suggerito da don Aldo Buonaiuto, della Comunità Giovanni XXIII, durante la fiaccolata e l’incontro di preghiera del gruppo Go’el che si è svolto la sera del 21 aprile scorso a Pian di Massiano, luogo di ritrovo e di sfruttamento delle giovani “schiave del sesso”. “Perugini – è stato il suo appello -, cambiate vita, ribellatevi a questa schiavitù. Tutti i cittadini possono dire ‘no’ a questa vergognosa ingiustizia, perché essa, in questa città, non ci sia più sulle strade, negli appartamenti e nei locali notturni. Noi lo facciamo con la preghiera, innanzitutto: siamo qui da cristiani e da persone di buona volontà per dire di no, come facciamo in tutta Italia”.