Commenti a: Perugia. Il Prefetto Reppucci rimosso per le accuse alle mamme https://www.lavoce.it/perugia-il-prefetto-reppucci-rimosso-per-le-accuse-alle-mamme/ Settimanale di informazione regionale Thu, 26 Jun 2014 16:49:49 +0000 hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 Di: Riccardo Liguori https://www.lavoce.it/perugia-il-prefetto-reppucci-rimosso-per-le-accuse-alle-mamme/#comment-5588 Thu, 26 Jun 2014 16:49:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25861#comment-5588 Perugia non si merita periodiche devastanti “gogne mediatiche”.
Prolungare la permanenza nei media di notizie sul triste caso delle dichiarazioni del prefetto di Perugia non porta alcun beneficio, anzi, alimenta polemiche non affatto salutari. Soprattutto si continua, anche se indirettamente e involontariamente, a mancare di rispetto a quei genitori che hanno figli con problemi di tossicodipendenza.
L’uso di sostanze stupefacenti è un fenomeno di gravissima povertà umana, persistente ormai da diversi lustri anche nella nostra Umbria, che può coinvolgere chiunque, nei confronti del quale non si deve mai abbassare la guardia.
Se i media danno puntualmente risalto a fatti gravi di cronaca nera relativi allo spaccio e all’uso di droghe, è perché questi fatti, purtroppo, si verificano e vanno comunicati nel rispetto del diritto/dovere di cronaca. Il loro racconto obiettivo e non esasperato contribuisce a dare una «scossa» alla società civile, a sensibilizzare istituzioni, anche religiose, agenzie educative e famiglie.
Comunque, questa triste vicenda ha almeno un aspetto positivo, quello di aver fatto conoscere delle toccanti storie di vita di padri e madri che hanno avuto dei figli con problemi di tossicodipendenza e che sono riusciti a superarli con l’aiuto di Dio e degli uomini.
Sono storie di speranza, che hanno sconfitto la morte e se non ci fosse stato il “caso prefetto perugino”, forse, nessuno l’avrebbe mai raccolte, pubblicate o mandate in onda.

Il prefetto di Perugia, definito da non pochi suoi estimatori «un fedele e intransigente servitore dello Stato con un’elevata competenza e professionalità, unite a non comuni doti umane», ha convocato una conferenza stampa con l’intento di difendere l’immagine della città capoluogo cercando di scuotere le coscienze di tutti, in primis delle famiglie, ma ha ottenuto l’esatto contrario ed anche per questo ha compreso di aver «sbagliato» mettendosi «a disposizione del ministro».
Ciò che mi lascia un po’ perplesso è la dichiarazione dello stesso prefetto raccolta dall’agenzia «Ansa» lunedì 23 giugno: «era solo una frase pronunciata con il caratteristico intercalare napoletano: suicidati nel senso che hai fallito, che non sei riuscito in qualcosa. Non che ti devi ammazzare davvero. Sono cattolico e praticante, figuriamoci se posso mai davvero istigare una persona a suicidarsi».
Mi chiedo da giornalista-addetto stampa se in un incontro ufficiale in Prefettura con gli operatori dei media, quindi di “comunicazione istituzionale”, su un argomento delicato quale è l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini, come si possano pronunciare frasi «con il caratteristico intercalare napoletano». Meno eco si dà a dichiarazioni del genere e meno si danneggia colui che le pronuncia e la stessa città di Perugia. Auspico al più presto il “silenzio stampa” su questa vicenda, pensando di interpretare anche il sentimento della maggioranza dei perugini e nel condividere il pensiero del loro sindaco: «indire qualche conferenze stampa in meno e concentrarsi sulle cose da fare per risolvere i problemi».
Riccardo Liguori
Coordinatore della “Sezione” per le Comunicazioni sociali della Ceu

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