Gruppi di pellegrini e singole persone sostano in preghiera e in meditazione fino a tarda sera e oltre nella basilica di Santa Maria degli Angeli sta per iniziare il triduo di preparazione alla solennità del Perdono. Il diploma emanato dal vescovo di Assisi Teobaldo il 10 agosto 1310 descrive le origini dell’Indulgenza concessa nel 1216 da Onorio III a frate Francesco. Si sarebbe consolidata nel tempo la festività del Perdono che attirava masse di fedeli. Rammentava Guido Discepoli, “memoria storica angelana” e poeta in vernacolo, che ancora prima della metà del ’900 giungevano per l’occasione migliaia di pellegrini soprattutto dal Lazio e dall’Abruzzo, comunemente appellati “ciociari”, stipati su carri trainati da buoi o muli. Dormivano all’aperto, mangiavano frugalmente, eseguivano talvolta pratiche fortemente penitenziali. Ancora oggi arrivano pellegrini, ma in pullman, auto, furgoni. Ciò che accomuna gli antichi pellegrini e quelli di oggi è il desiderio di ottenere il perdono e la certezza di averlo ricevuto con una pratica penitenziale, la preghiera, la visita alla Porziuncola e la testimonianza di Francesco e della sua ansia di volere tutti gli uomini salvi per la grazia della divina misericordia. C’è poi anche il particolare dell’indulgenza plenaria, che Francesco riuscì a rendere più facile da ottenere senza dover intraprendere una crociata. Tale Indulgenza si ottiene a precise condizioni: confessione e comunione, visita alla Porziuncola con recita del Credo, del Padre nostro, di una preghiera secondo le intenzioni del Papa e di una preghiera per il Papa. Come spiegare comunque in questa prima tormentata fase del XXI secolo il significato dell’indulgenza? “La risposta non è semplice” dichiara mons. Vittorio Peri, vicario episcopale per la cultura, che inoltre aggiunge: “Si può in breve dire che ogni nostro peccato, anche se perdonato con il sacramento della confessione, lascia sempre una pena, una traccia di fragilità: un po’ come accade dopo ogni malattia fisica. La confessione comporta il perdono della colpa, ma la debolezza resta. Ecco allora: l’Indulgenza è una speciale grazia che cancella, direi, la debolezza e restituisce la perfetta salute spirituale. È vero che tutto è grazia, ma non esiste grazia a buon mercato”. Agosto mese tradizionalmente feriale anche per chi non va in vacanza, risulta impegnativo per la Chiesa di Assisi che il 1° e il 2 agosto celebra la festa del Perdono. La domenica successiva, promosso dal vicariato di Assisi diretto da don Cesare Provenzi, si svolgerà con la partecipazione del vescovo Sorrentino e del sindaco Ricci, un pellegrinaggio in occasione dei 150 anni della morte di san Gabriele dell’Addolorata, presso il santuario di Isola del Gran Sasso che ne conserva le spoglie mortali. Sono in corso i preparativi per la solennità di Santa Chiara (11 agosto) e per la solennità di San Rufino patrono della città (12 agosto), ricorrenze cui prossimamente daremo la nostra attenzione.
Programma
Mercoledì 1° agosto: ore 11 celebrazione presieduta da P. J. R. Carballo ministro generale dell’ordine dei frati Minori; ore 14.30- rosario e liturgia dei pellegrini d’Abruzzo, presiede Padre C. Ranieri, ministro provinciale dei frati Minori cappuccini d’Abruzzo; ore 15.30 celebrazione eucaristica, presiede Padre C. Serri, ministro provinciale dei frati Minori d’Abruzzo; ore 19 pellegrinaggio della diocesi di Assisi e primi vespri, presiede il vescovo diocesano Sorrentino; ore 21.30 veglia di preghiera e processione. Giovedì 2 agosto: ore 11 celebrazione presieduta dall’arcivescovo di Perugia- Città della Pieve Bassetti; ore 15 arrivo della XXXII marcia francescana; ore 18 celebrazione presieduta dal vescovo diocesano Sorrentino; ore 19.30 secondi vespri presiede Padre B. Ottavi ministro provinciale dei frati Minori dell’Umbria. Musica sacra eseguita dalla corale Porziuncola diretta dal maestro padre A. Giannoni. In ambito civile: esibizione del gruppo folkloristico “Buie del Friuli” e concerto del Perdono diretto dal maestro spagnolo F. Lara.