Molta gente, anche seria e attenta ai problemi pubblici, non ne può più di sentir parlare di economia, di Pil, di tassi (e di tasse). Dicono: l’economia non è tutto, e nemmeno il metro di tutto; ci sono altri valori e altri criteri per misurare la felicità e il benessere delle persone; ribelliamoci alla tirannia delle banche e dei mercati finanziari… Il discorso è suggestivo e contiene molte verità. Ma purtroppo la realtà è molto complicata. Bisogna fare i conti con lo Stato sociale (la più grande conquista dei tempi moderni) e con quello che costa. Chi vorrebbe rinunciarvi? Pensiamo ai servizi sanitari. Sono un diritto (sacrosanto) e ne abbiamo bisogno tutti, dalla culla alla tomba, e non è un modo di dire. Si nasce negli ospedali (tutti, ormai) e ci si muore (quasi tutti); e nel frattempo ci entriamo e ne usciamo innumerevoli volte, anche solo per un controllo, quando non è per qualcosa di più. Ci si lamenta delle liste di attesa, delle code al pronto soccorso, dei posti letto che mancano, anche se è tutto gratis o quasi. Ma quanto costa?
Gli ospedali della nostra regione, nell’insieme, spendono ogni anno milioni di euro solo per i pasti dei degenti. Altri milioni per i servizi di pulizia e smaltimento rifiuti. Altri milioni per il riscaldamento e l’aria condizionata. Altri per la manutenzione dei fabbricati e degli impianti. E poi ancora per l’informatica, l’elettricità, i telefoni, l’acqua, il noleggio e il lavaggio delle lenzuola. Sin qui abbiamo fatto i conti degli ospedali come se la gente ci andasse in vacanza; non abbiamo parlato di cure, medicinali, stipendi di medici e infermieri, apparecchi per la diagnostica e la chirurgia, reagenti per le analisi, protesi, ambulanze. Poi ci sono i costi per la sanità extra-ospedaliera (al di sopra di una certa età, tutti consumiamo farmaci per almeno 1.000 euro a testa all’anno). Bellissimo. Doveroso. Come è doveroso pagare le pensioni agli anziani e agli invalidi, le scuole, gli asili, i tribunali, i servizi pubblici… Ma solo un Paese ricco, molto ricco, sempre più ricco può permettersi tutto questo. Ecco perché dell’economia non si può fare a meno, piaccia o non piaccia.