Dopo la bocciatura da parte del Governo, del contributo aggiuntivo a favore del Teatro lirico sperimentale “A. Belli”, i responsabili dell’Istituzione spoletina, si interrogano sul perché, l’unica entità in Italia che si occupa di formazione di giovani cantanti lirici, è messa così in disparte. Nello sdegno il presidente del Lirico, l’avvocato Carlo Belli, ha dichiarato: ” non so se nel futuro esisterà da parte dei politici la volontà di intervenire sulla legge finanziaria dello Stato inserendo la nostra istituzione nelle tabelle ministeriali con contributi fissi. L’unica cosa certa è che oggi l’interesse politico si concentra altrove”. Per capire perché la lirica è in crisi e quali potrebbero essere le soluzioni, abbiamo intervistato la soprano Virna Sforza, considerata dalla critica una delle voci più apprezzate nel panorama lirico internazionale. Diplomatasi in canto al Santa Cecilia di Roma, ha vinto diversi concorsi internazionali, tra i più famosi il “Luciano Pavarotti”.Perché la lirica è in crisi? Innanzitutto perché c’è un forte disinteresse della politica nei confronti delle opere liriche e della musica classica, per giunta i mezzi di comunicazione danno poco spazio a questo genere di spettacolo. La soluzione potrebbe essere quella di far ascoltare ai ragazzi delle scuole, durante l’ora di musica, una sinfonia abituando in questo modo il loro orecchio. Sono convinta di questo perché ho iniziato ad apprezzare la musica lirica sin da piccola, in quanto sono nata in una famiglia di musicisti, mio padre insegna canto all’Accademia di Santa Cecilia di Roma mentre mia madre è una pianista, è stato perciò naturale entrare in quest’ambiente. Lo Stato perciò deve fare di più per aiutare le istituzioni, come il Lirico, utili per diffondere quest’arte. Che tipo di ambiente è quello dei cantanti lirici?Come in tutti gli ambienti c’è antagonismo, ma nel nostro campo a volte è portato troppo all’esasperazione, tutti vogliono arrivare al successo in poco tempo. Per fare bene questo mestiere invece, occorrre molto studio e passione, la lirica si deve amare per poterla trasmettere al pubblico. Ad un giovane che desidera intraprendere questa carriera, gli consiglia di puntare tutto sulle qualità artistiche?No, purtroppo le qualità artistiche servono soltanto per il 70%, il resto si divide tra fortuna e conoscenze. Ma con l’ottimismo e la tenacia, prima o poi si arriva in alto, non ci si deve mai scoraggiare. Come ha conosciuto Luciano Pavarotti?Ero giovanissima quando partecipai quasi per gioco al Concorso “Pavarotti”, mi ricordo che dopo aver cantato a Merano durante le eliminatorie, il maestro Pavarotti si avvicinò facendomi i complimenti per la mia voce. Quel concorso fu un bel trampolino di lancio per la mia carriera, tant’è che un anno dopo fui chiamata a Philadelphia, da Pavarotti, per interpretare accanto a lui la Bohème di Puccini.