La crisi economica da un lato e i tagli alla spesa pubblica dall’altro, per ragioni diverse, hanno inciso sull’aumento della povertà e sul disagio sociale. Si dibatte di welfare, di come riformarlo e trovare nuove soluzioni alle necessità dei più deboli. Temi che sono stati al centro dell’analisi e della riflessione delle aggregazioni laicali della diocesi di Perugia e che sono nuovamente messe a tema nel convegno che si terrà sabato 26 gennaio, alle 15.30 nella sala del Dottorato alle Logge di San Lorenzo, nel cuore della città di Perugia, e che è promosso dall’associazione Leone XIII. Il convegno, dal titolo “Contro particolarismo ed assistenzialismo. Dall’esperienza ecclesiale idee e proposte per un welfare efficace contro la povertà”, affronta il tema del contrasto alla povertà ponendo specifica attenzione all’impegno dei vari attori operanti sul territorio, tra i quali si distinguono gli enti locali e le Caritas diocesane. Non a caso al convegno partecipano il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali, e Daniela Monni, direttrice della Caritas diocesana e sarà presente anche l’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti. All’intervento di Marco Moschini, presidente dell’associazione Leone XIII e docente alla facoltà di Scienze della formazione dell’ateneo perugino, seguiranno le relazioni degli economisti Pierluigi Grasselli e Cristina Montesi e del presidente del Forum delle associazioni del terzo settore Carlo Biccini.
Ne parliamo con il prof. Grasselli al quale abbiamo chiesto perché un convegno su questo tema.
“Perché questo convegno? Per il rilievo crescente che anche in Umbria sta assumendo il fenomeno della povertà – risponde Grasselli – segnalato con sempre maggior forza nei media. Il recente Rapporto Aur, presentato il 15 dicembre scorso, sulla povertà in Umbria ha gettato molta luce sulle caratteristiche quantitative e qualitative del fenomeno. Soprattutto, la povertà si presenta ormai come un fenomeno strutturale, legato a tratti di fondo del sistema attuale, quali l’invecchiamento della popolazione, l’instabilità del sistema e la precarietà dell’occupazione, la fragilità della famiglia. Il Convegno si propone di mettere a fuoco alcuni aspetti dell’azione volta a contrastare tale fenomeno”.
Si parlerà di lotta alla povertà ma “contro assistenzialismo e particolarismo”, perché?
“È la Caritas in Veritate a sottolineare, al punto 58, l’esigenza di coniugare strettamente solidarietà e sussidiarietà, perché la prima senza la seconda genera assistenzialismo, mentre la seconda senza la prima produce particolarismo; di entrambi si trovano tracce copiose nella realtà”.
In cosa e come deve cambiare l’azione dell’ente pubblico?
“All’Ente pubblico (che deve mantenere la responsabilità piena dell’azione di contrasto alla povertà), si chiede di promuovere la conoscenza delle dimensioni del fenomeno, la trasparenza delle risorse disponibili e impiegate nell’azione suddetta, il rafforzamento dei rapporti di collaborazione e coordinamento con gli altri Attori in essa impegnati, il rilancio di un’effettiva attività di programmazione. Questa può dare un contributo sostanziale per affrontare in modo corretto, tra l’altro, la natura multidimensionale della povertà”.
Cosa ha da aggiungere questo convegno, in termini di analisi e di proposta, all’ultimo Rapporto sulle povertà presentato un mese fa?
“Come già accennato, sarebbe opportuno che il Convegno riuscisse a mettere a fuoco in particolare le attività e i progetti della Caritas della nostra diocesi e l’assetto da imprimere ai rapporti tra questa e gli Enti locali, per procedere in direzione di un welfare che cerchi di sfuggire al duplice pericolo dell’assistenzialismo e del particolarismo”.