Dal 6 al 9 settembre si è svolto nella città polacca di Cracovia l’annuale meeting interreligioso organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. Chi scrive è stato invitato a partecipare in qualità di rappresentante della tradizione del buddismo zen Soto. All’incontro erano invitati rappresentanti di istituzioni religiose e laiche provenienti da ogni parte del mondo, più di 200 persone; con un grande sforzo organizzativo, mille volontari italiani della Comunità di Sant’Egidio. All’ingresso della hall dello Sheraton a cinque stelle dove siamo alloggiati campeggia il poster “Lo Spirito di Assisi a Cracovia – Religioni e Culture in dialogo a settant’anni dallo scoppio della Seconda guerra mondiale”. Il meeting ha inizio ufficialmente nel pomeriggio di domenica con una cerimonia di inaugurazione nella grande sala dell’Auditorium Maximum, dopo che in mattinata il card. Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, già segretario particolare di Papa Wojtyla, aveva presieduto la celebrazione eucaristica. Porgono il loro saluto di benvenuto e di augurio con una breve relazione personalità di rilievo internazionale, dal presidente della Commissione europea Barroso al card. Kasper, presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani, dal rettore dell’Univesità Al-Azhar del Cairo al presidente del Montenegro, dalla direttrice generale per la cultura dell’Unesco al vice presidente del Burundi, dal rabbino capo di Israele al granduca di Lussemburgo, al fondatore della Comunità Andrea Riccardi, intervallati da canti di un coro polacco. Poi tutti a una cena buffet, ospiti del sindaco di Cracovia. Il giorno seguente si sono svolte le 22 tavole rotonde previste, fra mattina e pomeriggio, con diverse tematiche. La tavola rotonda cui ho partecipato aveva per titolo “Le religioni in Asia per un mondo senza violenza”. Otto relatori; cinque, compreso il sottoscritto, in rappresentanza di varie scuole buddiste giapponesi, un monaco birmano, uno zoroastriano indiano e il moderatore della Comunità di Sant’Egidio. Il pubblico è composto soprattutto di giapponesi e di studenti polacchi. Alcune scolaresche delle scuole superiori, infatti, rallegrano con la sorridente presenza di ragazzi e ragazze il consesso di prelati e personalità, in schiacciante maggioranza attempati signori di sesso maschile. Le religioni dell’Asia hanno una presenza assai modesta – tenendo conto che Asia significa la metà della popolazione mondiale – e alquanto sottotono. Ciò dipende a parer mio da due fattori: il dialogo è un’istanza sentita come valore molto più in Occidente che in Oriente, per cui gli orientali sono impreparati, culturalmente e psicologicamente, al confronto con “gli altri”; l’impostazione del meeting è inevitabilmente eurocentrica, con netta prevalenza delle voci delle religioni abramitiche (quest’anno la concomitanza del ramadan ha ridotto sensibilmente la rappresentanza islamica). Ma non è poco, con i tempi che corrono dentro e fuori le Chiese, radunare persone dai quattro angoli del mondo a raccogliersi in nome della pace fra diversi, foss’anche solo per una foto di gruppo. La testimonianza ha forme innumerevoli e la concordia può alimentarsi anche di rappresentazioni di se stessa. Nel pomeriggio ho assistito a una tavola rotonda dal tema: “Questione spirituale e crisi economica”, molto istruttiva. Sul sito della Comunità www.santegidio.org si trova il programma con i testi di varie relazioni. Martedì mattina pellegrinaggio ad Auschwitz e Birkenau. Una giornata di sole oltraggioso concorre ad abbacinare sentimenti e pensieri. Deponiamo fiori e il nostro silenzio là dove i lunghi binari terminano nel nulla, dove finisce il mondo e l’uomo si è separato dalla sua umanità. Le parole di una donna Rom e di un rabbino ci indicano la via del ritorno: non c’è rancore né vendetta, solo memoria e futuro, e in mezzo la nostra responsabilità. Alla sera, nella grande piazza affollata, la cerimonia conclusiva piena di colori, di fiaccole, musica e saluti, rimanda all’incontro del prossimo anno, a Barcellona, sulle ali della buona compagnia fra gli uomini e dello spirito di Assisi.
Per un mondo senza violenza
Reportage di un delegato buddista presente all’incontro “Religioni e culture” organizzato a Cracovia dalla Comunità di Sant’Egidio
AUTORE:
Giuseppe Jiso Forzani