Nel processo di ricostruzione non ci saranno proroghe generalizzate sui termini di scadenza. Ci potranno essere, ma solo in casi limitati. Non sarà possibile neanche la concessione anticipata di un’altra quota del 40 per cento sul finanziamento dei danni.E’ questa la decisione del Consiglio regionale che ha respinto due mozioni presentate dal consigliere Maurizio Ronconi (Per l’Umbria). Maria Rita Lorenzetti, presidente della Regione, ha annunciato che tra breve tempo l’esecutivo fisserà criteri trasparenti e oggettivi per “proroghe finalizzate”. Non è d’accordo su questo aspetto Ronconi, secondo il quale una soluzione del genere “sarebbe un atto illegittimo e anche inaccettabile perché determinerebbe ambiti di scarsa trasparenza oltre che dubbi interpretativi”. E il centrodestra è pronto ad offrire consulenza legale ai cittadini eventualmente danneggiati. Insomma, la ricostruzione continua ad offrire spazio per le polemiche. Lo stesso Consiglio regionale si è occupato a lungo della ricostruzione. La Presidente – sollecitata da una raffica di mozioni, interpellanze, interrogazioni – ha ripercorso tutta la fase dall’emergenza, dalle tende alle roulotte fino all’allestimento dei campi container. “A dicembre – ha detto – metà dei 22.600 sfollati saranno rientrati nelle loro case o negli alloggi alternativi in affitto, nelle casette di legno, nelle case degli istituti per l’edilizia popolare”. La Presidente riconosce che “siamo stati ottimisti sui tempi della ricostruzione ma possiamo anche dire con assoluta certezza che non c’è stato un caso che riguarda i terremotati di altre regioni dove i tempi sono stati più veloci dei nostri”. Sulle polemiche la Lorenzetti tiene a precisare che “la ricostruzione non dovrebbe essere oggetto di propaganda perché riguarda la vita dei cittadini. Non pretendiamo sconti sulle critiche ma è anche necessario il rispetto per i fatti e per gli interessi generali. Se i toni della polemica sono sbagliati il danno è per l’immagine dell’Umbria”. Ha difeso la legge sul terremoto. “Le leggi precedenti erano legate alla logica dell’emergenza o alla riparazione del danno. Questa volta abbiamo puntato sull’innovazione includendo la prevenzione. Non si possono riparare solo i danni specifici ma servono interventi unitari sugli edifici: questa è stata la nostra scelta. Abbiamo separato ricostruzione leggera da quella pesante a sua volta articolata tra unità minime e isolati integrati”. Sulle critiche la Presidente ha fatto notare anche alcune contraddizioni. “Non si possono chiedere proroghe generalizzate – ha detto – e poi parlare di ritardi”. La Lorenzetti ammette che ci “sono state perdite di tempo” all’inizio dei lavori anche per le difficoltà a trovare ditte disponibili. “I finanziamenti ci sono ma la ricostruzione è nelle mani dei cittadini. Noi dobbiamo preoccuparci di sostenerli”. Di tutt’altro avviso il centrodestra. Ronconi ha parlato apertamente di “fallimento della ricostruzione e del suo modello”. Secondo il consigliere d’opposizione “la ricostruzione è ferma e segna il passo perché le leggi sono sbagliate. Il costo dell’operazione ‘nel 2000 fuori da container’ per entrare nelle casette’ è di circa 80 miliardi di lire che non bastano per tutti. Quindi il quarto inverno vedrà l’inizio non della ricostruzione ma del completamento della fase dell’emergenza. La ricostruzione ‘leggera’ è stata ultimata solo per il 60 per cento mentre non decolla quella pesante nei centri storici”.
Per la Lorenzetti niente proroghe generalizzate
Ricostruzione / Respinte due mozioni presentate dal consigliere Maurizio Ronconi
AUTORE:
R.C.