Il debito più devastante che attraversa le economie mondiali non è quello economico contratto dai Paesi del sud del mondo verso i Paesi ricchi, ma al contrario è piuttosto ciò che i Paesi del nord del pianeta dovrebbero restituire ai Paesi impoveriti. Si tratta di un “debito di ossigeno”, di un “debito di diritti”, di un “debito di risorse”.
È un debito di giustizia! Per saldare questi debiti, i governi del salotto buono del mondo dovrebbe decidersi per un taglio o un condono. La sollecitazione arriva da Papa Francesco che chiede sia resa attuale l’antica prassi del Giubileo. Secondo un rapporto della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (Unctad), 54 Paesi in via di sviluppo, in gran parte in Africa, spendono oggi in interessi netti oltre il 10% delle proprie entrate e 3,3 miliardi di persone vivono in Paesi che spendono più in interessi (70 dollari pro capite annui in Africa) che in salute (39 dollari) e in istruzione (60 dollari).
Nel 2019 la spesa pubblica sugli interessi del debito nei Paesi in via di sviluppo era del 2,4% del Pil, superiore dunque a quanto gli Stati più vulnerabili possono investire per il clima (2,1%). Questo avveniva prima della pandemia di Covid e della crisi del debito registrata nell’ultimo biennio. “Rimetti a noi i nostri debiti: concedici la tua pace” è il tema scelto dal Santo Padre per la prossima Giornata Mondiale della Pace 2025 nella speranza che i potenti di questo mondo ascoltino.