La Regione dell’Umbria si lamenta che il Fondo per la non autosufficienza, pensato soprattutto per aiutare gli anziani, non sarà rifinanziato dal Governo – per la sua quota – a partire dal 2012. “Purtroppo è vero – afferma il segretario regionale Pensionati della Cisl, Mario Gobbo. – Di conseguenza, la quota di risorse regionali aggiuntiva diventa l’unica certezza finanziaria dal 2012 in poi”. D’altro canto, in Consiglio regionale, l’opposizione si lamenta perché gli effetti dei fondi (oltre 95 milioni di euro da spendere dal 2009 al 2011) ancora non si scaricano positivamente sul territorio.
Una novità, però, c’è: la Regione, dopo oltre un anno dal varo della legge sulla non autosufficienza, ha finalmente approvato le linee guida in questione. “Si chiudono così – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali, Damiano Stufara – gli adempimenti attuativi e regolamentari della legge regionale, consentendo pertanto alle aziende sanitarie e ai Comuni la predisposizione della programmazione attuativa”. Ma lo scontro politico sull’argomento resta alto. “Dei 32 milioni di euro non si vede ancora l’ombra e i 4 milioni di euro che la Regione aveva destinato, a stralcio, ai programmi operativi delle Asl non sono mai arrivati ai non autosufficienti”, afferma il consigliere del Pdl, Franco Zaffini. L’assessore Stufara continua a sostenere che tutto è a posto e che i fondi sono stati trasmessi: come mai, allora, le strutture lamentano di non aver ricevuto un centesimo e i familiari delle persone non autosufficienti pagano tuttora le rette per intero? Perché strutture del volontariato cattolico sono costrette a continuare ad esporsi con gli istituti di credito?La verità
– ha concluso Zaffini – è che la legge istitutiva del Fondo per la non autosufficienza è farraginosa: le famiglie e le strutture a sostegno sono stati estraniate dai meccanismi di assegnazione delle risorse, in favore di quella burocrazia regionale che nel sociale si impegna pure, ma prolifera e vive dentro questa enorme partita”. Che cosa dicono le associazioni che, da tempo, attendono la spendibilità di questi fondi? “Le nostre residenze protette – afferma il presidente dell’Associazione cristiana residenze anziani e disabili dell’Umbria (Acradu), Gino Brunozzi – sarebbero felicissime di aprire subito nuovi centri diurni e semiresidenziali per i non autosufficienti, specie per gli anziani. Con questi soldi, facendo economia di scala, abbatteremmo anche i costi generali. Queste risorse ci servono e devono essere disponibili prima possibile. Adesso che le linee guida sono state approvate e che almeno parte dei fondi sarebbero già arrivati alle Asl, speriamo di non incontrare altri ostacoli burocratici e lentezze nella loro erogazione”.