A tre anni dal terremoto si prospettano casette di legno per il popolo dei containers. C’è proprio di che preoccuparsi!Sono oramai passati tre anni, tre lunghi anni, nei quali la nostra gente ha cercato di vivere con dignità e pazienza ammirevoli negli alloggi provvisori in lamiera. Gli inverni sono stati duri (ma i mesi estivi non erano da meno), sorretti dalla speranza di una ricostruzione rapida, come certe affermazioni, assai autorevoli (!) avevano indotto a credere. E dopo tre anni di attesa, ancora provvedimenti di emergenza: al posto di moduli abitativi, casette di legno. Ci rifiutiamo di fare commenti sulla scelta iniziale di moduli abitativi. Ci rifiutiamo anche di commentare questa ulteriore nuova scelta provvisoria. Ma ci si consenta almeno due domande: a che è valsa la sofferenza di questi tre anni? E a quando le autorità pensano di rimandare la ricostruzione vera e propria di Nocera e del suo territorio? Il primo luglio scorso i dieci sacerdoti del Comune di Nocera Umbra hanno sottoscritto e inviato alle autorità regionali e alle forze politiche, un documento nel quale facevamo il punto della situazione, sottolineando le legittime ed urgenti aspettative della gente ed esprimevano preoccupazione per alcuni fattori inquietanti, che non possono essere assolutamente ignorati, o sottovalutati. Il 16 dicembre prossimo la Chiesa locale promuoverà, a distanza di un anno, un nuovo convegno, aperto a tutta la popolazione e a tutte le forze politiche, e al di là di esse, proprio perché il problema della ricostruzione venga sottratto alla logica della contrapposizione e agli interessi di parte. Verranno attentamente esaminati e valutati gli aspetti e le vicende dei tre anni passati, ma soprattutto il convegno tenterà di dire alla nostra gente che cosa l’aspetta nei prossimi quindici!
Per alleviare il disagio dei terremotati serve solo fattiva collaborazione
Il 'popolo dei container' reclama l'accelerazione dei lavori di ricostruzione
AUTORE:
Girolamo Giovannini