“Va’, Francesco, ripara la mia casa!”. Fu questa la missione che Dio affidò otto secoli fa a Francesco di Assisi. Missione che il Santo continua oggi anche attraverso la sua basilica e la comunità dei frati minori Conventuali che la custodiscono ab immemorabili.Fra i santi cui l’Umbria ha dato i natali, il più noto è certamente Francesco. La sua tomba è fra le mete di pellegrinaggio più frequentate dalla cristianità. A essa giungono anche pellegrini di altre religioni, e spesso persone prive di riferimenti religiosi.
In Francesco molti riconoscono un “fratello”, il “fratello universale”, uomo di ideali alti, uomo della pace. I milioni di pellegrini che, provenienti dal mondo, annualmente si recano ad Assisi sono infatti quasi sempre alla ricerca di ispirazione e di ideali atti a guidare la loro vita o a promuovere una convivenza pacifica tra gli uomini. La tomba di san Francesco è luogo che parla al cuore della gente. La stessa missione viene svolta anche dalla maestosa basilica, ricca di storia e di arte, edificata due anni dopo la sua morte (1226), voluta dalla Chiesa quale segno di riconoscenza al Santo per l’opera che aveva compiuto: “riparare” la Chiesa di Cristo. “Va’, Francesco – furono le parole del Crocifisso a San Damiano -, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina!”. Parole che diedero origine a un nuovo e originale carisma che si poneva anzitutto a servizio della Chiesa, ma che poi si sarebbe esteso a servire l’intera umanità. Questo luogo santo, cuore pulsante del francescanesimo, fu voluto da Papa Gregorio IX che lo definì specialis ecclesia e volle che fosse considerato in perpetuo caput et mater dell’Ordine francescano (Is qui Ecclesiam, 22 aprile 1230). La basilica inoltre, nel XVIII secolo, fu insignita da Benedetto XIV del titolo di “basilica patriarcale e cappella papale” (Fidelis Dominus, 25 marzo 1754). La comunità religiosa è detta Sacro Convento: una comunità piuttosto eterogenea – attualmente composta da circa 60 frati che provengono da tutto l’Ordine, originari di una ventina di nazioni –, che al suo interno ospita anche i giovani novizi italiani per l’anno della prova. I frati sono in Assisi per accogliere e porsi a servizio dei pellegrini che giungono dal mondo. Un servizio pastorale ed ecclesiale che rende il pellegrinaggio alla tomba del Santo un proficuo incontro con Dio. Un servizio che viene offerto in piena comunione con la Chiesa locale e in sinergia con gli altri santuari francescani disseminati sul territorio. Alla comunità del Sacro Convento sono unite anche le comunità del santuario di Rivotorto, che custodisce il “sacro tugurio”, e la comunità del Franciscanum.
Non solo nei secoli passati, ma anche al nostro tempo, i Papi si sono affidati spesso a san Francesco o si sono fatti pellegrini alla sua tomba per chiedere grazie e luce per il loro ministero papale. San Giovanni Paolo II ripeteva spesso: “Ho bisogno di Assisi, ho bisogno di san Francesco!”. Vi è giunto infatti per ben 6 volte. Storico l’evento del 1986, anno dedicato dall’Onu alla pace, quando convocò in Assisi capi e rappresentanti delle religioni del mondo, invitando tutti a pregare per la pace. Ma ciò che ci ha interpellati ultimamente è stata la scelta di Papa Bergoglio di assumere, primo Papa nella bimillenaria storia della Chiesa, il nome di Francesco, riconoscendo nel Santo un ispiratore: “Egli è per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato” (15 marzo 2013). La nostra comunità pertanto, in questo Anno della vita consacrata, si sente particolarmente sollecitata a rinnovare l’impegno di servire la Chiesa. Molteplice il contributo che possiamo offrire alle Chiese particolari, specialmente a quelle dell’Umbria, e alla Chiesa universale. Innanzi tutto il quotidiano ministero pastorale, ma anche l’evangelizzazione attraverso l’arte, la cultura, il servizio ai poveri, i mezzi della comunicazione, ecc. Ci conceda il Signore di essere fedeli alla particolare vocazione e missione che qui ci è affidata, vivendo l’accoglienza con tutti e recando a tutti il messaggio evangelico di pace e di fraternità!