Su queste pagine ne avevamo parlato già l’estate scorsa, raccontando il volto di quella parte del popolo di Dio che spesso si sente emarginata, non accolta. Sì, perché i credenti che vivono in una condizione lgbt+ sono Chiesa e fanno parte di essa. Spesso faticano pure il doppio a professare la propria fede, perché non si considerano parte dei gruppi e movimenti “arcobaleno” (dei quali non accettano i toni contro Chiesa, vescovi e preti) ma non si sentono nemmeno accettati dai loro fratelli cristiani.
Nei giorni scorsi il tema è tornato di attualità, percorrendo due strade diverse che conducono alla stessa meta. Come raccontiamo all’interno del giornale, Papa Francesco ha tenuto a sottolineare come “essere omosessuali non è un crimine”, esortando a distinguere “tra peccato e crimine. È peccato anche mancare di carità gli uni verso gli altri”, ha aggiunto. Al contrario, precisa con chiarezza Bergoglio, queste persone “devono essere accolte, non emarginate, accompagnate”. Una linea che Francesco ha tenuto fin dal primo anno di pontificato.
“Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?”, aveva detto nel 2013 rientrando dal viaggio in Brasile. Una posizione che anche se spesso tirata da una parte o dall’altra – è quella del Catechismo della Chiesa cattolica . In questi giorni è stata ricordata anche la recente Dichiarazione della Congregazione per la dottrina della Fede, approvata nel 2021 dallo stesso Papa Francesco. La Chiesa non può benedire unioni di persone dello stesso sesso, unioni che – dunque non possono “essere considerate lecite”.
Attenzione, però, a due questioni. Un giudizio negativo sulla benedizione dell’unione tra persone dello stesso sesso non implica un giudizio sulle persone. La benedizione – come ha spiegato il teologo Paolo Morocutti – appartiene al genere dei sacramentali, quindi il discorso non riguarda solo l’omosessualità ma anche l’unione tra uomo e donna, consacrata dal rito nuziale. Nessuna ingiusta discriminazione tra orientamenti etero- e omosessuali, dunque, quanto piuttosto ribadire la verità della liturgia e del sacramento. La Chiesa e il Papa, poi, nel solco dell’insegnamento della Chiesa, non escludono affatto la possibilità di benedizioni a singoli credenti con orientamenti omosessuali, che manifestino fedeltà ai disegni di Dio.