Patriarcato: c’è ancora o non c’è? Dipende…

I ripetuti episodi di femminicidio – alcuni veramente efferati – hanno provocato discussioni a livello politico. In particolare ha fatto discutere un’affermazione del ministro dell’Istruzione, Valditara. Ha negato che quei delitti nascano in una società dove ancora prevale il patriarcato; perché, ha detto lui, in Italia il patriarcato non c’è più. Altri – e soprattutto altre – sostengono che invece il patriarcato c’è ancora, e i femminicidi ne sono il frutto; da qui una discussione generale.

Quanto a me, trovo tempo perso discutere se il patriarcato ci sia ancora, o no. Perché, come in altre diatribe di questo tipo, bisognerebbe prima stabilire che cosa si intende con la parola patriarcato: se accettiamo una certa definizione, il patriarcato c’è ancora; se ne accettiamo un’altra, non c’è più. Come quando si discute se c’è ancora fascismo: la risposta è no, se per fascismo si intendono le adunate delle camicie nere; è sì se si intendono altre cose, come sosteneva Umberto Eco il quale aveva teorizzato quello che chiamava il fascismo “eterno” e ne trovava le tracce in tutta la storia dell’umanità.

Quindi l’esigenza primaria è mettersi d’accordo sul significato delle parole che si usano. Tornando al patriarcato: se chiamiamo così un sistema nel quale le donne sono escluse dal potere, si deve dire che in Italia c’è almeno un potere – non secondario – dove troviamo più donne che uomini: ed è il potere giudiziario.

Fino al 1963, la legge vietava alle donne di presentarsi ai concorsi per entrare in magistratura. Cambiata la legge, hanno cominciato a presentarsi, prima timidamente poi più numerose. Sono concorsi estremamente selettivi, li superano due o tre candidati su cento, e dal concorso del 1996 in poi i vincitori sono regolarmente più donne che uomini.

Oggi la magistratura è composta da donne per il 56% e da uomini per il 44% e man mano che le classi di età più anziane vanno in pensione (in genere un magistrato entra in servizio intorno ai 30 anni e va in pensione a 70) la percentuale delle donne aumenta; ne troviamo sempre di più nei gradi più alti, ai quali si arriva con molti anni di servizio alle spalle. Qualcosa di simile accade anche per la professione di avvocato. Insomma, non diremo che la giustizia è in mano alle donne, come si dice che sia la scuola; ma certamente almeno in quel mondo non c’è (più) patriarcato.

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