L’ultima immagine delle tante simili che in questi ultimi tempi hanno affollato le nostre menti è stata quella di una bara avvolta dal tricolore posta al centro della cattedrale. Conteneva il corpo martoriato di un povero “crocifisso”, un poliziotto di vent’otto anni ucciso dalle pallottole di un balordo assassino.Ultima immagine di un’immensa realtà inimmaginabile di sofferenza e di morte. Su questa tenebra i cristiani, i credenti, i miti della terra, anche noi, vogliamo, testardamente, per pura fede, sperare che si distenda la luce della Pasqua. Augurio e speranza comunicate con fiducia ai nostri lettori. Raccontiamo loro ciò che ricordiamo della prima mattina dopo il sabato di venti secoli fa, quando alle prime luci dell’alba Gesù di Nazaret si è mostrato vivo ad una donna e l’ha chiamata per nome. Era lo stesso servo sofferente, già annunciato da Isaia, l’innocente umiliato che Dio, “amante della vita”, “amico degli uomini”, ha tratto fuori dal regno della morte e gli ha ridonato dignità e gloria. E’ divenuto così “luce delle nazioni”, e continua anche oggi ad annunciare la salvezza fino agli estremi confini della terra. Compie la sua opera annunciando la pace, la riconciliazione, il perdono, la rinascita, la risurrezione, il cambiameto a tutti e per tutti gli aspetti della vita privata e pubblica. Lo fa attraverso messaggeri e profeti. Alcuni di essi hanno offerto la loro vita per questa missione. Un vescovo in Colombia, mons. Duarte, è stato abbattuto dai seminatori di morte poche settimane fa. Ciò avviene perché i “figli delle tenebre” si oppongono, resistono, sparano, senza pietà per nessuno, mentre molti si trastullano, come spensierati buontemponi, ammassando beni a sazietà incuranti di interrogarsi sul perché del profondo disagio mondiale di intere masse di umanità. Non figli delle tenebre, ma avvolti nel grigiore e nelle nebbie della mediocrità coloro che dinnanzi alla lotta tra il bene e il male, si limitano a contemplare lo spettacolo senza muovere un dito. Sono i peccatori della quarta fascia (pensieri, parole opere ed omissioni) affollata da “buona gente” seduta in poltrona, osservatori distratti e indifferenti dell’attuale storia del mondo. La luce del mattino di Pasqua stenta a conquistare il cielo dell’umanità.Risplenderà in pienezza solo quando si sprigionerà dal cuore e dalle opere dell’uomo rinato a vita nuova. Non ci sono scorciatoie alla pace e alla vita beata. Chi presume di possedere soluzioni garantite, ideologie miracoliste, soluzioni violente estreme, giochi finanziari, tecnicismi biologici, meccanismi automatici del mercato globale, è un falso messia che sarà sconfitto. Il vincitore è colui che appare come luce all’orizzonte della vita dei singoli e dei popoli e addita un futuro alla Storia, anzi, conduce la Storia nel futuro. Buona Pasqua!
Pasqua 2002: luce di un nuovo giorno
AUTORE:
Elio Bromuri