La Marcia per la pace Perugia-Assisi ha cambiato pelle negli anni. Quasi un appuntamento di sparuti idealisti ai tempi di Aldo Capitini, fino al fenomeno di massa che è oggi, seguita dalle tv nazionali e amplificata nel mondo tramite internet. La Chiesa cattolica la snobbava agli inizi, quando c’era Capitini. Una manifestazione di cui poi la sinistra pacifista italiana si appropriò per lungo tempo: le bandiere rosse (nonostante Capitini invitasse a non portare simboli di partito) hanno sempre sventolato accanto alle bandiere della pace, a tratti dominandole come negli anni ’80. Poi, dagli anni ’90, anche i cattolici iniziano a camminare con sempre maggiore convinzione sulla strada che da Perugia va ad Assisi, scout in testa. Promuovendo proprie marce di pace in altre parti del mondo: nel 1992 Pax Christi organizza la Marcia dei 500 su Sarajevo, i Beati costruttori di pace fanno lo stesso a Mostar, molti scout si impegnano in iniziative di solidarietà nella crisi nei Balcani, lavorando in Bosnia, Croazia, Slovenia e poi Albania. Anni ’90: messaggio del PapaGli organizzatori della Marcia iniziano a declinare la parola pace in diritti umani, cooperazione, solidarietà. Quando al Sacro Convento di Assisi nasce la Tavola per la pace, il 13 gennaio 1996, i cattolici ci sono: Cisl, Acli, Pax Christi, Emmaus Italia, Agesci, Mani tese, Focsiv, Cnca, Beati i costruttori di pace. Per la prima volta, il 12 ottobre 2003, un Papa invia un messaggio agli organizzatori della Marcia. Mons. Sergio Goretti, dalla loggia della basilica, legge il messaggio di Giovanni Paolo II ai partecipanti della marcia: ‘Mi rallegro con gli organizzatori e i protagonisti della Marcia Perugia-Assisi – scrisse il Pontefice – che in questa benemerita iniziativa hanno voluto unire le due dimensioni: l’Europa e la pace’. ‘Gli scout hanno sempre partecipato’, afferma la coordinatrice nazionale della Marcia, Grazia Bellini, 60 anni, ex presidente nazionale dell’Agesci, organizzazione che conta oggi 176 mila soci in Italia. Bellini (Tavola della pace): ‘Chi attacca la marcia, lo fa in malafede’ ‘Ormai da molti anni la Marcia non può essere identificata con una parte politica’, continua Bellini, ‘sarebbe solo polemica strumentale. Abbiamo sempre mandato gli inviti a tutti i politici, da destra a sinistra. Anche se, quando il centrodestra era al Governo, Gianfranco Fini non volle nemmeno riceverci. Oggi chi marcia non dice solo no alla guerra, ma chiede ai Governi più soldi per la cooperazione internazionale (l’Italia è ferma da un decennio allo 0,2% del Pil, anche se il governo Prodi ha sanato il debito pregresso con la comunità internazionale, ndr), più rispetto dei diritti umani, più giustizia’. L’attuale Marcia della pace è importante per gli scout, che festeggiano quest’anno il centenario della nascita del movimento. ‘La fiaccola della fraternità scout – spiega Bellini – accesa in Kenya a Nyeri, sulla tomba del nostro fondatore Baden Powell, arriverà il 7 ottobre alla Rocca di Assisi’.
Partì Capitini, seguirono i cattolici
Alla Marcia Perugia - Assisi, nel tempo, una presenza crescente di credenti
AUTORE:
Paolo Giovannelli