Il dibattito sull’energia eolica continua a dividere favorevoli e contrari, anche in mezzo agli stessi esponenti dei vari movimenti ambientalisti. Alle posizioni nette del consigliere regionale dei Verdi ecologisti, Carlo Ripa di Meana, e del Comitato nazionale del paesaggio, che in Umbria si battono per l'”opzione zero”, ora si contrappongono quelle altrettanto convinte del Comitato in difesa dell’energia pulita. Un fronte guidato da Remo Granocchia, altro esponente ambientalista tra i più noti in regione. Accanto a lui, hanno lanciato l’iniziativa l’ingegnere Pietro Petesse (city manager del Comune di Foligno per le questioni ecologiche), Gianfranco Angeloni (ex presidente regionale di Legambiente) e Sauro Presenzini (del Wwf). Il comitato ha chiesto alle istituzioni innanzi tutto un’agenzia regionale per seguire da vicino le questioni legate alle fonti energetiche rinnovabili, a cominciare da quella eolica, e ha annunciato per i prossimi mesi un convegno nazionale sull’argomento. “Si sta facendo troppa disinformazione su questa materia – ha detto Granocchia presentando il comitato a Perugia – e soprattutto si deride e si snobba, come hanno fatto Ripa di Meana e il suo comitato, una fonte energetica che consentirebbe di far risparmiare nove milioni e 800 mila tonnellate di anidride carbonica, 13.820 tonnellate di anidride solforosa e 18.620 tonnellate di ossido di azoto. Evidentemente vogliono i crinali puliti e un cielo nero. E poi il parco eolico non è mica una centrale atomica: può essere montato e smontato in un giorno”. Angeloni ha denunciato i “ritardi del settore pubblico su questa materia”, parlando di “levata di scudi emozionale contro l’eolico” e rilevando che “quella del paesaggio è una questione totalmente soggettiva. Per di più – ha osservato Angeloni – dall’installazione degli ipotetici mille pali eolici si potrebbero ricavare in Umbria almeno 500 posti di lavoro. E chi dice che gli uccelli vanno a sbattere contro le pale, non si rende conto che per gli uccelli il vero pericolo sono i fucili dei cacciatori”.Secondo Petesse, “quello che serve non è né bello né brutto: serve e basta. I pali eolici sono il male minore, se ci si vuole liberare dalla schiavitù del petrolio o di altri combustibili. Smettiamola di dire che quelle torri sono brutte: in realtà sono belle, perché permettono di ridurre l’inquinamento”. Dagli esponenti del comitato è stata ribadita infine “la sollecitazione ai politici locali a prendersi le loro responsabilità su questa come su altre questioni che riguardano energia e ambiente”.