È in corso, in questi giorni, la presentazione di una ricerca condotta dal consorzio Bim di Cascia sui ‘mestieri tradizionali e nuove attività imprenditoriali’. Il progetto ‘Gli antichi mestieri – Programma Leader Plus’ interessa tutta l’area che comprende Valnerina, Spoleto e Foligno: si tratta di un’indagine condotta al fine di porre l’attenzione sul ‘recupero e la promozione di quelle attività tradizionali che rappresentano la vera identità culturale delle popolazioni della Valnerina e di tutta l’area, con l’obiettivo di sostenere e favorire nel tempo la nascita di nuove attività imprenditoriali che possano rappresentare l’evoluzione di quei mestieri del passato anche all’interno della filiera turismo-ambiente-cultura’. I settori interessati, in particolare, sono l’agroalimentare, il manifatturiero e quello dei servizi, come ‘il Mularo’. Nell’ambito del manifatturiero, a Spoleto, durante la presentazione dell’indagine, ha portato la sua testimonianza Giuliana Nagni, restauratrice del tessile e responsabile della cooperativa Arte Spoleto, azienda che si occupa di artigianato tessile ecclesiastico, nata nel 2005 e già molto conosciuta, alla quale si accede dal cortile del palazzo arcivescovile. La dott.ssa Nagni racconta come è nata l’idea della cooperativa. ‘Di paramenti ecclesiastici ‘ spiega ‘ al di là delle grandi industrie, se ne sono occupati spesso i monasteri e anche donne di buona volontà. Il problema è che non erano coordinate tra di loro e non sempre venivano fuori dei prodotti buoni, pur con una lavorazione artigianale ineccepibile. A quel punto, insieme all’arcivescovo Fontana, abbiamo deciso di coordinare queste persone in giro e, in seguito, è nata la cooperativa’. L’azienda è incentrata sul lavoro di tre socie che si occupano principalmente di confezionamento in accordo, poi, con ditte di ricami. Ma il punto focale di tutta l’attività è la ‘progettazione’ personale: ogni oggetto è un pezzo unico. ‘Lavoriamo tutto ciò che serve ai sacerdoti e ai prelati in genere per le celebrazioni. Ci stiamo anche specializzando su ricami, camice da portare, merletti e pizzi, ma anche ciò che riguarda arredamento per la casa’ continua la Nagni, che aggiunge: ‘Il mio sogno nel cassetto è quello di creare una filiera in questo settore: mettere insieme, come già abbiamo tentato in passato con buoni risultati, più ditte che operano nei vari ambiti dell’artigianato e coinvolgerle nella produzione ecclesiastica. Quindi, dalle aziende che fanno ricami, con le quali siamo già in contatto, a quelle che creano su ceramica e oreficeria, che possono produrre oggetti espressamente su progettazione e rappresentino pezzi unici per il cliente ecclesiastico’.
Paramenti di eccellenza
DIOCESI. Un'apposita cooperativa coordina l''artigianato tessile ecclesiastico' del territorio
AUTORE:
Eleonora Rizzi