“Non mi fai vedere mio figlio? E allora io non ti do i soldi! Non sono un papà-bankomat”. Oppure: “Non mi dai più i soldi? Scordati tuo figlio”. E ancora peggio: “Se vuoi stare più tempo con tuo figlio, devi darmi più soldi”. Sono alcune espressioni di ripicca del circolo vizioso tra una madre e un padre nel corso della separazione. Il problema dei padri separati che si trovano fuori casa nel giro di poco tempo è un problema reale, serio, poco affrontato o trattato senza conoscere i punti oggettivi della legge e del singolo caso. Maurizio Quilici, giornalista ed esperto nel campo della paternità, sotto la direzione e il coordinamento di Eurispes Italia, ha realizzato un attento e puntuale manuale del papà separato.
“È un’opera molto significativa – dice nella prefazione Annamaria Bernardini de Pace, avvocato matrimonialista. – È un laboratorio operoso di pensieri importanti per i genitori, separati e no. Si rivolge ai padri, ma, oltre a loro, dovrebbero leggerlo anche le madri”.
Undici capitoli che Quilici struttura, passo passo, per aiutare il padre separato a compiere scelte intelligenti e non dettate da risentimento, rabbia. Ogni anno più di 170 mila persone vivono la separazione. Ogni anno qualcosa come 100 mila bambini e ragazzi vedono i genitori allontanarsi l’uno dall’altro. E ogni anno le separazioni aumentano al ritmo del 2-3%, quasi una separazione ogni tre matrimoni. “Di solito – evidenzia l’autore – è un passaggio della propria esistenza molto doloroso, che incide profondamente sulla stima di sé, sul proprio senso di identità, sul modo di rapportarsi con gli altri, sulla relazione con i figli, sulla propria professione. È ormai noto che lo stress riduce le difese immunitarie dell’organismo, così come è certo il rapporto psicosomatico che lega le emozioni al nostro corpo”.
Dalla scelta oculata dell’avvocato (meglio che sia un esperto in diritto matrimoniale), all’assegno familiare, alla contesa dei figli, al raddoppio delle spese, ecc. La separazione, è fuor di dubbio, comporta un impoverimento di entrambi (e di conseguenza, per quanto doloroso sia, dei figli). Particolarmente difficile è la situazione dell’uomo, che dovrà cercarsi un’altra abitazione da ammobiliare, versare un assegno per i figli (con un importo medio di 458,7 euro) e un assegno frequentemente per la moglie (447,4 euro, per quasi il 98% dei casi corrisposto dal marito), sostenere le spese per gli spostamenti che la qualità di un genitore non convivente comporta, se si vogliono vedere i figli. “In tempi di crisi galoppante – rileva Quilici – non sarebbe ora di capire che le esigenze di padri e madri (e dei figli) devono ridursi e che sarebbe opportuno rivedere l’automatismo di certi criteri economici?”.
È importante non dire bugie ai figli quando i genitori si separano. “È molto importante – dice l’autore – che ci sia una spiegazione franca, serena, ed è importante che la spiegazione sia data insieme da entrambi i genitori (evitare prima l’uno e poi l’altro)”. La separazione è sempre, per i figli, una lacerazione violenta, un distacco doloroso, una perdita vissuta con sofferenza. E quando un figlio arriva nell’età adolescenziale, specie quando avvia una relazione amorosa, qui emergono tutte le ferite di una separazione degli anni passati.
È un manuale, quello di Quilici, schietto, onesto (consigliabile a genitori e sacerdoti) che affonda i suoi discorsi nei tanti casi trattati, non senza dolore e frustrazione, specie quando, come avvocati nel caso della de Pace, si scopre e assiste a “giudici che preferiscono sedersi su alibi e stereotipi, dunque su pregiudizi, invece di approfondire le dinamiche di coppia e comportamenti genitoriali patologici”.
Maurizio Quilici, Manuale del papà separato, Datanews – Eurispes Italia, 2012, euro 15