Grande attesa per il viaggio di Papa Francesco in Terra Santa il 24-26 maggio. Un viaggio di grande valore simbolico, ecumenico – in memoria dell’incontro tra Paolo VI e il Patriarca di Costantinopoli, Atenagora, nel 1964 – e interreligioso, e in nome della pace, dato che Bergoglio toccherà il suolo di tre nazioni: Giordania, Israele e Territori palestinesi, che peraltro il Vaticano già definisce “Stato di Palestina”. In preparazione all’evento è stata promossa una novena di preghiera dal 14 al 22 maggio: le varie Chiese cristiane di Gerusalemme in tal modo intendono sostenere spiritualmente il pellegrinaggio e l’incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Bartolomeo, successore di Atenagora. L’incontro si svolge esattamente 50 anni dopo quello storico, e proprio a Gerusalemme, tra Montini e il Patriarca di Costantinopoli; incontro che ha segnato un nuovo inizio nelle relazioni fra le Chiese cattoliche e ortodosse. La novena consiste di momenti di preghiera nei luoghi santi, sia individuali sia comunitari, con digiuni e liturgie. Incontri di preghiera comunitari si svolgeranno a turno nelle diverse chiese della Città santa; sono invitate a partecipare tutte le diverse comunità cristiane. Si è cominciato mercoledì, 14 maggio, con un giorno di digiuno e una adorazione della Croce nella cappella greco-ortodossa del Golgota. Ieri, giovedì, un tempo di adorazione, e la Via crucis presso il Patriarcato armeno cattolico. Nei giorni seguenti la comunità cristiana, oltre a partecipare ai vari momenti di preghiera, è invitata a fare visita ad amici, familiari o a malati e poveri. Fino al 22 maggio, tutte le Chiese cristiane di Gerusalemme saranno impegnate nell’iniziativa di preparazione. Intanto, già il 24 aprile una delegazione dell’Autorità palestinese si era recata al Patriarcato latino di Gerusalemme per gli auguri pasquali. Durante l’incontro si era parlato della visita di Papa Francesco “sotto un’angolatura più politica”. Era stato esaminato l’accordo di riconciliazione tra l’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) e Hamas, le formazioni politiche palestinesi che governano rispettivamente sui Territori e sulla Striscia di Gaza. L’accordo prevede la formazione di un Governo di unità nazionale. Anche se l’iniziativa è condannata dal Governo israeliano, che rifiuta ogni contatto con Hamas (che, a sua volta, non riconosce Israele), mons. William Shomali, vicario patriarcale per Gerusalemme e la Palestina, ha formulato auguri di successo per la formazione di un futuro Governo, augurandosi che “i cristiani non cessino di cercare l’unità ogni giorno e in ogni momento”.
Il programma del viaggio papale è intenso. Qui di seguito, le tappe più significative. Sabato 24 maggio: ore 13, arrivo all’aeroporto di Amman in Giordania – a seguire, cerimonia di benevenuto al palazzo reale – ore 16, messa allo stadio di Amman – ore 19, visita al luogo in cui battezzava Giovanni il Battista, quindi incontro con rifugiati e disabili. Domenica 25 maggio: ore 9.20 arrivo all’eliporto di Betlemme, e visita di cortesia al Presidente palestinese – ore 11, messa nella piazza della Mangiatoia – pranzo con famiglie – ore 15, il Papa visita la grotta della Natività, quindi un campo profughi – ore 16.30, benevenuto all’aeroporto “Ben Gurion” di tel Aviv, poi trasferimento in elicottero a Gerusalemme – ore 18.15 incontro con Bartolomeo I e firma di una Dichiarazione congiunta – ore 19, incontro ecumenico nella basilica del Santo Sepolcro. Lunedì 26 maggio: ore 8.15, visita al Gran Muftì di Gerusalemme – ore 9.10, visita al Muro occidentale del Tempio – ore 10, allo Yad Vashem – ore 10.45, visita ai due Gran Rabbini di Israele – ore 11.45, visita al Presidente israeliano – ore 13, udienza privata con il Premier israeliano – ore 16, incontro con sacerdoti e religiosi presso il Getsemani – ore 17.20, messa nel Cenacolo con i Vescovi di Terra Santa – ore 20.15 partenza per Roma.