Papa Francesco nella giornata di martedì 4 ottobre, festa di san Francesco d’Assisi, ha visitato le zone del centro Italia colpite dal terremoto lo scorso 24 agosto. Quando all’inizio della giornata si è diffusa la notizia della presenza del Papa ad Amatrice, è iniziato un rincorrersi di voci su una possibile visita a Norcia. Alle 11.30 l’arcivescovo Renato Boccardo ha avuto la conferma: il Papa sarà a San Pellegrino di Norcia, la frazione più colpita dal sisma, dichiarata zona rossa, alle 17. Alla fine però Francesco è giunto alle 15 al crocevia tra S. Pellegrino e Frascaro, dove ha incontrato e salutato mons. Boccardo e lo ha invitato a salire nella sua automobile. Insieme sono andati nella zona rossa del paese, passando tra la gente che applaudiva e gridava: viva il Papa.
Lungo il breve tragitto il Vescovo ha descritto al Pontefice il territorio nursino e gli ha raccontato come questa popolazione per la terza volta, dopo il 1979 e il 1997, deve confrontarsi con la catastrofe del terremoto. Francesco si è raccolto in una preghiera silenziosa e solitaria davanti ai massi del campanile crollato della chiesa di San Pellegrino di Norcia, simbolo umbro di questo ulteriore sisma, e ha benedetto le macerie. Si è poi congratulato con i Vigili del Fuoco presenti dicendogli: «Grazie, siete davvero coraggiosi». E uno di loro: «Padre Santo pochissimi prima del suo arrivo abbiamo avvertito una scossa di magnitudo 3.6 che ha ulteriormente danneggiato gli edifici del paese». A San Pellegrino, la tendopoli è stata recentemente smantellata (le persone, in attesa delle casette di legno, sono momentaneamente ospitate nelle strutture ricettive della zona) e i numerosi fedeli hanno atteso Francesco nello slargo a ridosso della zona rossa del paese, dinanzi alla tenda dove viene normalmente celebrata la Messa. Il Vescovo di Roma ha salutato le persone usando il microfono di un’autovettura della Polizia di Stato: «Saluto tutti voi. Sono stato vicino a voi e mi sento molto vicino in questo momento di tristezza e prego per voi e chiedo al Signore che dia la forza di andare avanti. E adesso vi invito a pregare tutti insieme l’Ave Maria».
«Sapevamo che il Papa ci sarebbe venuto a trovare, lo aveva annunciato», ha commentato al termine mons. Boccardo. «Voleva comunque una cosa sobria e così è stata organizzata. Il fatto che sia venuto proprio oggi che è la festa di san Francesco, e quindi il suo onomastico, è stata una sorpresa piacevole, soprattutto per la gente che affronta la fatica. La popolazione di S. Pellegrino ha molto apprezzato la vicinanza e l’umanità del Papa. Hanno visto nel successore di Pietro segni di prossimità e di paternità che permettono di affrontare con maggiore forza il difficile percorso della ricostruzione delle case e delle persone. Il Presule ha espresso profonda gratitudine, a nome suo personale e di tutta l’archidiocesi di Spoleto-Norcia, al Santo Padre per questa visita: la sua presenza e la sua benedizione ci confortano e ci sostengono per guardare avanti con speranza».
Un anziano signore ha commentato così la visita del Papa: «È stata una sorpresa inattesa come il terremoto. Solo che il primo ci ha portato distruzione e sconforto, il secondo voglia di guardare al futuro con rinnovata fiducia». Francesco ha salutato giovani e anziani, numerosi bambini, i rappresentanti delle istituzioni civili e militari, ad iniziare dal sindaco di Norcia Nicola Alemanno. Si è brevemente intrattenuto anche con il parroco di Norcia don Marco Rufini e con alcuni monaci benedettini di Norcia: il primo gli ha donato sei bottiglie di sagrantino di Montefalco; i secondi la birra da loro prodotta in monastero. Un signore, invece, in rappresentanza della parrocchia, ha donato al Papa uno stendardo raffigurante la Madonna di Monte Santo molto venerata in paese. Piccolo fuori programma per Papa Francesco mentre stava lasciando la frazione di San Pellegrino. Lungo la stretta strada che conduce al centro abitato, il Pontefice, in auto, ha incrociato alcune monache benedettine del monastero di Sant’Antonio di Norcia che stavano risalendo a piedi nella speranza di poterlo incontrare. Le religiose – che hanno il monastero completamente inagibile e che dormono nei vani della lavanderia – hanno salutato il Papa con la mano e a quel punto la vettura si è fermata. Francesco, seduto al posto del passeggero, ha abbassato il finestrino e le ha salutate. È rimasto con loro per qualche attimo per poi allontanarsi. «Pregate per me» le parole che il Santo Padre ha detto alle suore, secondo quanto riferito dalla badessa madre Caterina Corona. «Ci ha salutato – ha aggiunto – con un bel sorriso. Gli abbiamo detto che abbiamo pregato per lui oggi, nel giorno del suo onomastico, e continueremo a farlo».
L’Arcivescovo, mentre stava rientrando a Spoleto, ha ricevuto la telefonata di uno dei membri del seguito papale: «Eccellenza, a nome del Papa la ringraziamo ancora per l’accoglienza e la disponibilità. Il Santo Padre è stanco ma felicissimo di essere stato anche in mezzo alla sua gente colpita dal terremoto».