Papa Francesco sta dando fondo alle parole di scomunica definitiva della guerra. La pace è valore assoluto, bene vitale. Dopo “l’insensatezza diabolica della violenza” dichiarata durante l’udienza generale del 23 febbraio, è stata la volta della guerra “disumana e sacrilega perché va contro la sacralità della vita umana”. Una profanazione peggiore di quella che si rivolge contro un segno sacramentale, perché la persona umana è tempio dello Spirito ed è creata a immagine e somiglianza di Dio.
Sono ragioni che devono indicarci senza compromessi l’impegno che – soprattutto – i credenti sono chiamati a profondere per fermare la guerra, investendo sul dialogo e sulla diplomazia. Anche di recente la storia ha dimostrato che è possibile aprire trattative riservate perfino con dittatori e terroristi, guerriglie e fondamentalisti. Non possiamo arrenderci. E per questo non dobbiamo stancarci di sollecitare tutte le parti a proseguire su questa strada, chiedendo intanto il cessate-il-fuoco per fermare il sacrilegio e risparmiare vite umane e lacrime amare.