A margine della visita al campo-scuola organizzato dal settore giovani dell’Azione Cattolica dell’Archidiocesi di Perugia – Città della Pieve il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha commentato ai microfoni di «Umbria Radio» la notizia della prossima visita del Santo Padre Francesco ad Assisi in occasione del trentesimo anniversario della giornata mondiale di preghiera per la pace voluta da san Giovanni Paolo II.
«Quando Papa Francesco ha scelto questo nome non ha voluto fare un nominalismo, ma ha inteso ripercorrere la via di Francesco. Questa via è l’interesse profondo per ogni uomo, per ogni creatura, che è immagine di Dio, e soprattutto per la costruzione di un ordine mondiale dove la giustizia e la pace possano camminare insieme, perché senza giustizia non ci sarà mai pace». Esordisce così il presule nell’intervista ad «Umbria Radio», commentando la scelta del pontefice di tornare per la terza volta ad Assisi il prossimo 20 settembre. Dopo più di un mese dall’ultima visita, ancora una volta l’Umbria si preparerà ad accogliere papa Bergoglio, ma – assicura Bassetti – il popolo umbro si sta già preparando: «La presenza del papa diventa uno stimolo per tutti, perché la Chiesa Cattolica, oltre ad avere la sua missione nel mondo, ha anche quella di essere la madre di tutte le chiese ed, in un certo senso, di tutte le religioni. La nostra Chiesa che ha il suo Vangelo, le sue verità ed i suoi principi, ha avuto il compito da Gesù Cristo di annunciare il Vangelo a tutte le genti. La Chiesa Cattolica è veramente la madre di tutti i popoli, senza invasione di campo, ma anche di tutte le religioni. Il papa sente in maniera molto forte questa sua vocazione e questa sua missione di Pietro».
Il video
https://www.youtube.com/watch?v=kYC61
Chiusura dedicata ad un pensiero sulla foto che ha fatto il giro del mondo del piccolo Omran salvato dalla macerie ad Aleppo. «La guerra non è solo in Siria, anche se in questo momento – sottolinea il cardinale – la Siria è l’apice di questa guerra atroce e di questi focolai di guerra che stanno incendiando i continenti. E questi, come dice il papa, sono focolai di una guerra mondiale. Se prendiamo l’immagine del villaggio globale, noi siamo come un piccolo villaggio dentro un bosco che comincia ad essere circondato da tante fiamme. Quanta autonomia avremo prima che l’incendio non abbia divorato il bosco e raggiunga il villaggio? Finché c’è tempo, bisogna che tutte le persone di buona volontà, tutti coloro che credono n Dio misericordioso – e mi rifaccio alle grandi religioni monoteistiche – devono diventare in tutti i modi un operatore di misericordia, che vuole dire anche di giustizia e di pace».