Non c’erano, e mai ci sono stati, due Papi in Vaticano. Come non ci sono due Arcivescovi a Perugia; anche se l’Emerito – con soddisfazione generale ha scelto di risiedere nel territorio della diocesi. Al di là dei legami affettivi che restano e sono forti la parola “emerito” è solo una formula di cortesia per addolcire il più brusco concetto di “ex”. Su questi temi si sono lette e sentite vere e proprie sciocchezze, quanto meno forzature giornalistiche, anche ad opera di noti vaticanisti.
Per esempio si è sentito che la situazione determinatasi per effetto delle dimissioni di Benedetto era qualcosa di assolutamente imprevisto e quindi ingestibile; invece il Codice di diritto canonico, promulgato nel 1983, prevede espressamente la possibilità della rinuncia (renuntiatio) del Papa così come prevede quella di vescovi diocesani, parroci, viceparroci e cappellani: con la sola differenza che per tutti gli altri la rinuncia ha effetto solo se è accettata dal superiore competente, per il Papa ovviamente no: perché il suo munus (incarico) cessi basta che lo dica lui purché lo faccia formalmente (rite) e liberamente (il canone 332 al paragrafo 2 recita: “Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio[ munus ], si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti”).
Nel dubbio su che cosa significhi formalmente, Benedetto XVI, per andare sul sicuro, aveva scelto la forma più solenne possibile: seduto in trono davanti ai cardinali riuniti in concistoro. E aveva usato parole studiate per scansare ogni equivoco. Poi si è chiuso in un silenzio rigoroso quanto rispettoso.
Tutto il “chiacchiericcio” intorno a rivalità, gelosie, invidie è stato alimentato solo da quegli ambienti – clericali e laici – che non gradivano lo stile di Papa Francesco, ben lontano da quella idea di papato che non ha base evangelica né teologica ma si è formata nei secoli anche per effetto degli accidenti storici che hanno trasformato un pastore di anime in un sovrano territoriale circondato dal fasto e dai privilegi tipici dei regnanti assoluti suoi omologhi. Così Benedetto, suo malgrado, era divenuto l’icona di quel mondo ormai sorpassato. Ma al papa-re è impossibile tornare. Anzi: il giorno che si dovrà eleggere un nuovo papa, dopo Francesco, è possibile che venga eletto per un mandato a termine. Scommettiamo?