Palazzo Mancinelli: quella non è una “crosta”!

affrescoSembrava una “crosta”, anche se la tradizione popolare e qualche documento potevano far ipotizzare che fosse un affresco del XVII secolo. Ora, però, quasi al termine del delicato lavoro di restauro, il viso della Vergine con Bambino si è rivelato molto più antico. E molto più bello.
Stiamo parlando dell’affresco staccato, conservato fino a pochi mesi fa in una polverosa teca all’interno della chiesa di Santa Maria del Fiume, a Palazzo Mancinelli a Gualdo Tadino.
Secondo la tradizione, infatti, il lacerto di affresco, noto come Maestà di Laentro, arriverebbe dalla chiesa situata circa 300 metri a nord dell’attuale chiesa parrocchiale, chiesa distrutta nel XVII secolo da un’esondazione del torrente Rio Secco e poi riedificata, nel corso del XVII secolo nell’attuale posizione, dopo un lungo braccio di ferro della popolazione con l’allora parroco, contrario alla sua edificazione, ma con il consenso del Vescovo.
L’affresco staccato fa riferimento ad un culto antichissimo, evidenziato dall’epiteto greco della Vergine (l_ en t_ r_, “apparsa sul fiume”) tradotto nell’attuale “Madonna del fiume”, cui è intitolata la chiesa parrocchiale.
Finora tutti, esperti di storia dell’arte e studiosi di storia locale, avevano ritenuto quell’affresco secentesco: le forme e la tipologia del colore sembravano inconfondibili. Tuttavia, al termine della scorsa estate, un esame accurato da parte di due restauratrici aveva evidenziato che il grossolano lavoro di restauro compiuto con della semplice tempera – probabilmente da una sfollata romana ai tempi della Seconda guerra mondiale – aveva completamente coperto la sottostante immagine, che poteva essere, quindi, molto differente.
Il parroco di San Facondino, don Michele Zullato, decise allora di far ripulire e restaurare l’affresco. Ecco allora la sorpresa: sotto la tempera stesa dalla diligente sfollata e sotto altri due o tre approssimativi lavori di ritocco, sono apparsi colori e persino forme molto differenti, tanto che l’immagine risulta oggi praticamente irriconoscibile ma, ad un occhio esperto, sicuramente molto più antica: di almeno un secolo e mezzo.
“Scuola di Matteo da Gualdo” hanno sentenziato gli esperti, vale a dire fra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. Insomma: non una “crosta” ma un affresco di valore non solo storico-documentario, ma anche artistico. Non solo: questo prova che la distrutta chiesa era molto più antica. Un altro passo per dimostrare l’origine altomedievale del culto della Maestà di Laentro.

AUTORE: Pierluigi Gioia