Quest’anno il settore Giovani dell’Azione cattolica della diocesi di Orvieto-Todi ha voluto organizzare un campo estivo diverso dagli altri anni. Ossia a Torino-città, dal 4 al 10 agosto per un campo giovani che trova la sua ambientazione tra alcune importanti realtà: il Cottolengo, l’Arsenale della pace (Sermig), l’oratorio Don Bosco al Valdocco e il duomo, luogo in cui sono conservate la sacra Sindone e la tomba del beato Pier Giorgio Frassati.
L’idea è nata un anno fa, quando, di ritorno dall’“uscita” fatta a Torino durante il campeggio di Claviere (To), sacerdoti, animatori e anche alcuni ragazzi scoprirono e vollero approfondire la ricchezza di esperienze concentrate in quel quartiere cittadino in cui erano vissuti santi e beati dei quali continuano le opere. Allora, perché non proporre ai giovani un’esperienza forte che potesse essere un “assaggio” di tutte quelle realtà che ciascuno avrebbe poi potuto approfondire?
È così che è nata un’idea di campo-giovani che avrebbe posto una sfida grande e un cambiamento rispetto ai campeggi degli anni passati: far confrontare i ragazzi con realtà nuove e diverse. Nuove, perché è il primo anno che il campo estivo è strutturalmente allargato e inserito in altri contesti. Diverse, per le dimensioni che queste realtà giovanili e di carità assumono in una città come Torino.
Oltre ai consueti incontri di gruppo e momenti preghiera, le giornate dei ragazzi sono anche caratterizzate da momenti presso le strutture della Piccola Casa della Divina Provvidenza in cui i ragazzi sono chiamati ad animare le mattinate degli ospiti con giochi e intrattenimento musicale; visite guidate e momenti di incontro al Sermig – Arsenale della Pace che in quei giorni organizza un proprio campo estivo; momenti presso l’oratorio al Valdocco entrando da protagonisti nelle iniziative dell’“Estate ragazzi” (Grest che dura da giugno a settembre).
Per concludere, una delegazione dell’équipe Giovani dell’Azione cattolica di Torino ci guida in un percorso alla scoperta della figura del beato Pier Giorgio Frassati, dai luoghi in cui è vissuto fino alla sede in cui riposano le sue spoglie.
Insomma, una sfida con se stessi e il desiderio di “sporcarsi le mani” in prima persona sono le peculiarità di questo campo. Le fragilità e i limiti umani che emergeranno a contatto con persone, anzi “perle” aventi difficoltà fisiche e mentali, ci aiuteranno a sperimentare il bisogno che abbiamo di Dio.