“Vigili nello Spirito, per uno straordinario quotidiano” è il tema dell’incontro nazionale dell’Ordo virginum per il quale sono attese ad Assisi circa 300 tra consacrate, donne in formazione e delegati. “Voglia il cielo che tu possa riconoscere qual è quella parola, quel messaggio di Gesù che Dio desidera dire al mondo con la tua vita” (Gaudete et exsultate 24). Questo il titolo dell’incontro che sarà accolto, nei giorni 21 – 25 agosto, dalle consacrate dell’Umbria e delle Marche.
La sede che ospiterà l’evento è l’hotel Domus pacis di Santa Maria degli Angeli (Assisi), struttura a pochi passi dalla Basilica che conserva la Porziuncola.
Con questo incontro si intende approfondire il Magistero di papa Francesco leggendo l’Esortazione apostolica Gaudete et exsultate, che ha come argomento la chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, alla luce della recente Istruzione sull’Ordo virginum Ecclesiae Sponsae Imago (giugno 2018).
Guiderà la riflessione padre Marko Rupnik sj, artista, teologo ed esperto in formazione alla vita consacrata, che terrà una relazione dal titolo “Luogo privilegiato della testimonianza e perciò della santificazione”. Le partecipanti saranno invitate ad una santità quotidiana, ad essere donne che nella semplicità di una vita che non si impone, pur con tutti i limiti e le debolezze umane, sono conformi a Gesù, fino a essere con la propria vita un riflesso della sua presenza. Dunque una santità ordinaria, vissuta con umiltà, perseveranza e non in azioni straordinarie.
Altri momenti importanti dell’Incontro nazionale saranno la relazione della prof.ssa Maria Pia Alberzoni, docente di storia medievale e profonda esperta di santa Chiara e le meditazioni di fra Guglielmo Spirito e di una monaca clarissa a cui è stato chiesto: cosa santa Chiara e san Francesco dicano oggi alle consacrate dell’Ordo virginum.
Diversi aspetti, infatti, sembrano accomunare la vita di Chiara a quella delle consacrate dell’Ordo: la radicalità di sequela senza compromessi, eppure coniugata con un’umanità e femminilità capaci delle espressioni più delicate di amore fraterno; una fede radicata nella tradizione della Chiesa e nello stesso tempo aperta alla novità dello Spirito…; la sobrietà come stile di vita, vissuta anche attraverso il lavoro che si fa condivisione del bisogno dei fratelli; l’amore sponsale che emerge con tanta passione in Chiara che si rivolge al suo diletto Sposo con espressioni che commuovono per la profondità: «Amandolo, siete casta, toccandolo sarete più pura, lasciandovi possedere da lui siete vergine» (Lettera a sant’Agnese di Praglia); Chiara è, poi, la prima donna a scrivere la propria Regola di vita, impegno che viene chiesto a ogni consacrata dell’Ordo.
L’Incontro prevede anche una giornata itinerante ad Assisi, la visita guidata alla Basilica di san Francesco e al Santuario della spogliazione, la preghiera del vespro presso il Protomonastero di santa Chiara.
Le celebrazioni liturgiche saranno presiedute da S.E. mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi, S.E. mons. Luciano Paolucci Bedini, Vescovo di Gubbio, S.E. mons. Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Foligno, S.E. mons. Gerardo Rocconi, Vescovo di Jesi, S.E. mons. Rocco Pennacchio, Vescovo di Fermo, S.E. mons. Renato Boccaccio, Vescovo di Spoleto, S.E. mons. Domenico Cancian, Vescovo di Città di Castello, S.E. mons. Giuseppe Piemontese, Vescovo di Terni, S.E. mons. Oscar Cantoni, Delegato per l’Ordo virginum nella Commissione Episcopale per il clero e la vita consacrata.
Un po’ di storia dell’Ordo virginum
Sono trascorsi quasi cinquant’anni dalla pubblicazione del Rito della consacrazione delle vergini (31 maggio 1970), che ha reso nuovamente possibile la consacrazione delle donne che restano a vivere nel proprio ordinario contesto di vita.
Nei primi tre secoli numerosissime furono le vergini consacrate che per restare fedeli al Signore subirono il martirio. Tra queste Agata di Catania, Lucia di Siracusa, Agnese e Cecilia di Roma, Tecla di Iconio, Apollonia di Alessandria, Restituta di Cartagine, Justa e Rufina di Siviglia.
Allora le vergini consacrate vivevano con le proprie famiglie. Con lo sviluppo del monachesimo cenobita, la Chiesa associò la consacrazione verginale alla vita comunitaria, all’osservanza di una regola comune e all’obbedienza a una superiora. La celebrazione della consecratio virginum fu sostituita dal rito d’ingresso nella vita monastica, dove si emettevano i voti solenni. Le vergini consacrate passeranno dalla casa paterna e sotto l’autorità del Vescovo al monastero sotto l’autorità della superiora.
Per comprendere, la riscoperta dell’Ordine delle vergini, occorre collocarla nell’ambito del rinnovamento ecclesiale voluto dal Vaticano II. Si tratta di uno dei frutti dell’approfondimento liturgico e patristico, della crescente attenzione all’apostolato dei laici, ma soprattutto alla riscoperta della Chiesa locale. Questa vocazione, infatti, si caratterizza per il forte legame alla Chiesa particolare. Il carisma è vissuto nel servizio alla Chiesa diocesana e in rapporto diretto con il vescovo, che ha un ruolo importante nel discernimento di questa vocazione, e dei carismi che in essa si manifestano, perché essa possa esprimersi nella sua autenticità e contribuire all’edificazione della comunità.
Così, come accadeva nelle comunità apostoliche e in epoca patristica, dopo secoli era concessa la possibilità di ricevere questa consacrazione anche alle donne che restano nel proprio ordinario contesto di vita, e non più riservata alle monache.
In Italia le prime consacrazioni, dopo la revisione e la conseguente traduzione del Rito, vengono celebrate già negli anni ’70. Da allora il numero delle donne che ricevono la consacrazione secondo il Rito dell’Ordo virginum cresce in modo costante.
Oggi le consacrate nel mondo sono oltre 5000, mentre in Italia sono circa 600, presenti in oltre 130 diocesi.
Nel 2014 viene pubblicata la Nota Pastorale della Conferenza Episcopale Italiana: L’Ordo virginum nella Chiesa in Italia a cura della Commissione Episcopale per il Clero e la Vita Consacrata. La Nota Pastorale CEI ha contribuito a una migliore conoscenza e comprensione di questa vocazione da parte delle donne interessate e dei Vescovi diocesani che sempre più le riconoscono il valore profetico.
L’8 giugno 2018, per la prima volta, la Santa Sede ha pubblicato una Istruzione, dal titolo Ecclesiae Sponsae Imago, che approfondisce la fisionomia e la disciplina di questa forma di vita.
Il documento, curato dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, si sviluppa in tre parti: la vocazione e la testimonianza dell’Ordo virginum; la configurazione dell’Ordo virginum nelle Chiese particolari e nella Chiesa universale; il discernimento vocazionale e la formazione per l’Ordo virginum.
Le vergini consacrate possono vivere da sole, in famiglia, insieme ad altre consacrate o in altre situazioni favorevoli alla espressione della loro vocazione e all’attuazione del loro concreto progetto di vita. Fermo restando che “provvedono al proprio sostentamento con i frutti del proprio lavoro, che scelgono liberamente e nel quale si mettono a servizio del progresso integrale della società”.
L’Istruzione chiarisce le implicazioni del radicamento diocesano dell’Ordo virginum, che però non consiste in una chiusura particolaristica entro i confini della diocesi, dato che le consacrate si aprono agli orizzonti della missione universale della Chiesa e sperimentano forme di comunione anche in ambito sovradiocesano, sia a livello di gruppi di Chiese particolari, con il sostegno delle rispettive Conferenze Episcopali, sia a livello della Chiesa universale, riferendosi alla Santa Sede e in particolare alla Congregazione per la vita consacrata.
Giuseppina Avolio