Attacchi terroristici stanno insanguinando nelle ultime settimane anche l’Europa. L’ultimo ha visto martirizzato il 26 luglio padre Jacques Hamel, 86 anni, ucciso ai piedi dell’altare della chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray in Normandia, dove poco prima aveva celebrato la messa. Non era mai accaduto un episodio del genere in una chiesa cattolica francese. La sconvolgente notizia è stata commentata poche ore dopo al Tg3 Rai Regione da mons. Fausto Sciurpa, direttore dell’ufficio diocesano perugino per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace. Il sacerdote si è detto preoccupato per questa escalation di terrore, che non risparmia neppure i luoghi sacri, temendo “il rischio reale che le comunità parrocchiali diventino più diffidenti [nei confronti dei profughi e dei migranti, ndr]”.
Ha auspicato che “questa diffidenza non sia acconsentita, perché sarebbe la fine non solo dei nostri valori civili, ma della società cristiana e dei suoi valori, che sono fatti anche di misericordia e di perdono. Gesù diceva: ‘Perdona loro perché non sanno quello che fanno’ e non lo sanno perché creano più problemi di quelli che vorrebbero ‘risolvere’… È indubbio – ha proseguito – che a queste situazioni di violenza, in cui si crea una mistura di processi imitativi di questi stessi eventi, si trovino legate persone fragili e deboli. Il fatto più grave è rappresentato da chi specula su queste fragilità e debolezze con una cultura dell’odio e della mancanza di rispetto per gli altri. Per cui le nostre comunità non possono che aumentare le difese culturali e spirituali interiori, oltre a quelle esteriori, che sono sempre necessarie. È importante coltivare e aumentare le difese interiori, per non lasciarsi travolgere da questi eventi e dalla paura che alimentano”. Anche se la violenza si è consumata in una cittadina francese di meno di 30 mila abitanti, simile a quelle umbre, “la situazione è da noi diversa – ha detto ancora don Sciurpa –, ma al tempo stesso uguale perché siamo una società globalizzata e, purtroppo, questi fenomeni potrebbero verificarsi dove meno pensi che possano accadere”.
Un baluardo a quanto avviene in altri Paesi europei, ha commentato il sacerdote in conclusione del suo intervento, “è la cultura e la tradizione che la nostra terra ha, tali da permetterci di vivere e di esprimere anche valori di accoglienza, di solidarietà e di riconciliazione, che abbiamo nel nostro Dna”.