Oltre il buio: si aprono nuove “frontiere” per i non vedenti

Mostra dei nuovi strumenti didattici per ragazzi ciechi a disposizione nelle scuole

Dare la possibilità ai non vedenti di raggiungere una propria autonomia non solo nell’ambito del proprio contesto abitativo, nella scuola e nel lavoro, ma anche e soprattutto arrivare ad una completa integrazione nel tessuto sociale soggetto sempre più ad una continua evoluzione. Obiettivi questi che vengono raggiunti con grande fatica ed impegno da parte dei soggetti non vedenti. “Oggi – ci dice la dott.ssa Francesca Piccardi, responsabile del Centro di consulenza tiflodidattica di Assisi – grazie ai tanti strumenti didattici messi a loro disposizione affinché possano sin dai primi anni di vita avere cognizione della realtà che li circonda, molti passi avanti sono stati fatti. Il problema è che non tutti ne sono a conoscenza, anche se l’Italia è uno dei paesi più all’avanguardia in Europa. Secondo un’indagine condotta tre anni fa a livello nazionale – continua -risulta che solo il 30% dei non vedenti utilizzano a scuola plastici in rilievo nonostante esistano da anni, solo il 17% utilizza il computer, solo il 30% utilizzano gli strumenti per la matematica”. Da qui l’idea di fare una mostra che si è svolta dal 26 al 28 aprile scorsi a Perugia nei locali dell’istituto Tecnico per il sociale “G.Bruno”. L’esposizione comprendeva tutti quegli strumenti utili all’ampliamento degli orizzonti cognitivi dei ragazzi ciechi, rendendo loro possibile l’apprendimento concreto e non solo verbalistico delle varie discipline: strumenti per lo sviluppo della competenza percettiva e dell’attività rappresentativa, per il potenziamento delle capacità di esplorazione delle figure in rilievo: plastici in rilievo per lo studio delle varie discipline scolastiche, la dattilobraille, gli ausili informatici come la barra braille, la sintesi vocale, softwares riabilitativi. Non mancavano gli strumenti per una maggiore autonomia del non vedente, come il rilevatore di ostacolo-luce, l’agendina telefonica sonora, il metro con i centimetri in rilievo, i giochi delle carte con i segni in braille. Tali sussidi sono in visione permanente presso il Centro tiflodidattico di Assisi. Con l’uso di tali ausili didattici il non vedente sembra non avere più barriere all’approfondimento della propria cultura. “Per assurdo è così. In più per chi come me non ama leggere i libri – ci confida sorridendo il presidente regionale dell’Unione ciechi, Emilio Vantaggi – il computer è sicuramente di ottimo aiuto e se serve abbiamo anche una stampante in braille: l’unico fastidio a lungo andare si prova nell’ascolto della voce della sintesi sonora che ci permette di ascoltare qualunque documento che ci interessa”. Se apparentemente per l’apprendimento scolastico non esistono più problemi, altrettanto non si può dire per l’integrazione sociale del non vedente.Per Raniero Pericolini, vicepresidente provinciale dell’Unione ciechi, i problemi maggiori per i non vedenti sono ancora quelli che si incontrano girando per le strade della città: “sono ancora troppe le barriere architettoniche, mancano gli scivoli presso i marciapiedi, per accedere ad uffici, enti. Ancora più difficile è attraversare la strada nei pressi di incroci con semafori: ci vorrebbero più segnali acustici, come sono stati istallati a Foligno. Se gli autobus potessero essere forniti di segnalatori acustici per indicare il nome della fermata, come esistono per esempio in alcuni paesi del nord Europa, potremmo utilizzarli più spesso”. Da quando nel lontano 1825 il famoso Louis Braille, cieco anche lui, ideò e realizzò il sistema di scrittura e di lettura in rilievo che porta ancora oggi il suo nome le condizioni di vita dei non vedenti sono nettamente migliorate: ma credo che con uno sforzo in più da parte degli enti preposti possano migliorare ancora.

AUTORE: Manuela Acito