Il welfare di domani? Per Daniela Monni, direttrice della Caritas diocesana di Perugia Città della Pieve, sarà un “welfare di relazioni”, e non lo dice solo perché la crisi economica e i tagli agli enti locali hanno ridotto drasticamente i fondi destinati al sociale. Sottolineare “la ricchezza delle relazioni” significa superare la logica dell’assistenzialismo e sostenere le persone nel loro percorso di uscita dalle difficoltà. Nella voce “relazioni” non ci sono solo quelle “verticali” tra il soggetto “debole” e colui che lo aiuta ma anche quelle “orizzontali” tra tutti i soggetti istituzionali, del volontariato, del terzo settore e quant’altro, che hanno il compito di dare “risposte”. La notizia emersa dal convegno di Perugia sul welfare di domani, è che il Comune di Perugia sta lavorando alla istituzione di un “Tavolo delle solidarietà” che metta insieme tutti i soggetti, e sono molti, che operano nel sociale, al fine di evitare sprechi, duplicazioni e, alla fine, inefficienze nelle risposte ai cittadini.
Un piccolo passo che non necessita di grandi riforme ma di un cambiamento di mentalità. L’occcasione per un confronto sulla situazione e sulle prospettive è stato il convegno del 26 gennaio, organizzato dal Centro culturale diocesano “Leone XIII”, sul tema del welfare locale, e in particolare sull’azione di contrasto alla povertà, con attenzione alle azioni attivate nel territorio della diocesi. L’iniziativa ha visto il coinvolgimento dell’Università, della Caritas e del Comune. Sul tema si è svolto un confronto tra studiosi e operatori, con un successivo ampio dibattito.
Il prof. Pierluigi Grasselli, dell’Università di Perugia, nella sua relazione introduttiva ha ricordato che la povertà è un fenomeno a molte dimensioni, che perciò richiede, per essere combattuto, una molteplicità di politiche settoriali (sostegno al reddito e all’occupazione, per la casa, per la sanità, per l’istruzione e formazione…). La povertà inoltre si presenta sempre più come un fenomeno “di sistema” e richiede perciò politiche “di sistema”, di cui invece non si ha traccia a nessun livello di governo. Per questo, ha detto Grasseli, è urgente che in primo luogo venga riattivato un flusso consistente di risorse, in primo luogo dall’Amministrazione centrale, a beneficio di Regioni ed enti locali. Ma occorre anche “che si rilanci una programmazione partecipata, con uno sforzo di coordinamento e collaborazione tra tutti gli attori coinvolti, dalle istituzioni al volontariato agli organismi di ispirazione solidaristica – in primo luogo alla Caritas – alla cooperazione sociale”.
Cristina Montesi, dell’Università di Perugia, ha illustrato le principali categorie di politiche contro la povertà, che si riconducono a diverse tipologie di welfare (assistenziale, di promozione delle capacità, societario e sussidiario, aziendale, familiare), delle quali bisogna realizzare una appropriata combinazione adatta alle diverse situazioni di necessità.
Carlo Biccini, presidente del Forum delle associazioni del terzo settore, ha deplorato l’assenza di documentazione sulle emergenze sociali, di attenzione alla povertà nei documenti ufficiali sul governo locale, di coordinamento effettivo tra i vari soggetti chiamati ad intervenire, di azione educativa nel contrasto alla povertà. Ha auspicato la predisposizione di un Piano regionale contro la povertà.
L’assessore comunale Valeria Cardinali ha accennato alla scarsità delle risorse dopo i recenti, fortissimi tagli, e all’esigenza primaria di garantire possibilità di accesso, di rimodulare gli interventi secondo diritti e necessità effettive. Occorre sapere “chi fa che cosa” ha detto l’assessore, “per mettere a sistema le poche risorse che abbiamo”.
È seguito un dibattito ampio, per buona parte imperniato sui problemi del rapporto tra società civile e classe politica, che ha visto impegnati Adriana Lombardi, esperta di problemi sociali e già dirigente del dipartimento regionale Servizi sociali, Claudio Daminato, direttore della Caritas diocesana di Terni-Narni-Amelia, Carlo Di Somma, presidente di Federsolidarietà-Confcooperative, e alcuni rappresentanti delle istituzioni civili.
Mons. Bassetti
L’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti, nel suo intervento di saluto al convegno del centro Leone XIII (il testo integrale è pubblicato nel sito www.chiesainumbria.it), ha collegato la gravità della situazione, che colpisce molte famiglie, alla crisi morale, nella forma di un materialismo nichilista che pervade la nostra società. Dopo aver ricordato l’attenzione sempre presente e operante della Chiesa verso gli ultimi, mons. Bassetti ha auspicato un nuovo umanesimo, un rinnovamento morale e civile, una civilizzazione dell’economia per battere la povertà.