Catiuscia Marini si è confermata in sella all’Umbria.
Lo sfidante Claudio Ricci ha provato a disarcionarla, ma non ci è riuscito per poco (appena 12 mila voti di differenza).
È la prima volta che il centrosinistra, che governa da sempre la Regione, è stato avvicinato dagli avversari.
L’astensionismo (il 10 per cento) e il calo di voti del Pd, rispetto a cinque anni fa, hanno inciso; ma altri fattori, come un centrodestra unito, hanno portato Ricci a sfiorare lo storico ribaltone.
È indubbio che ora l’opposizione sarà poco moderata perché composta anche da esponenti di Lega Nord e Movimento 5 stelle. Ma questo potrebbe essere uno stimolo importante per la maggioranza.
Resta la vittoria della Marini, che ora già si trova fare i conti con l’organizzazione di una Giunta regionale dove i posti sono diminuiti (da 8 a 5), così come il numero dei consiglieri regionali (passati da 30 a 20, e con molte facce nuove).
“Terrò conto del consenso – ha osservato la presidente – e ci confronteremo con gli eletti. Userò fino in fondo le mie prerogative presidenziali”. Può sembrare la dichiarazione di maniera che viene espressa dopo ogni votazione.
Poi, al momento dell’assegnazione delle deleghe, non sarà così semplice, considerando che la giunta dovrà essere articolata tra uomini e donne e bisognerà tenere conto dei campioni delle preferenze (Donatella Porzi e Luca Barberini) ma anche delle provenienze territoriali, oltre che dell’equilibrio della coalizione (Socialisti e Sel).
Fin dalle prime dichiarazioni, la Marini ha sottolineato il risultato della Lega nord – i consensi in Umbria in 5 anni sono triplicati – là dove i “temi della sicurezza e dell’immigrazione sono stati decisivi per il loro risultato; il Pd deve farsi carico di questi problemi.
Sono grandi questioni nazionali, come quella della riforma della scuola, sui quali si dovrà alzare il livello di rappresentanza politica della comunità regionale.
Da oggi inizia una legislatura in cui avrò un’attenzione ancora maggiore rispetto a problemi sentiti anche da quelli che non mi hanno votato. E centrali poi saranno i temi del lavoro e delle imprese”.
Nell’analisi del voto occorre guardare alla Lega nord e valutare se abbia o meno aiutato il successo di Ricci. Alcuni moderati – tra cui Gianfranco Sebastiani e Maurizio Ronconi – avevano preso le distanze dal candidato del centrodestra, Ricci, proprio perché sostenuto dalla Lega nord.
La loro lista di appoggio alla Marini – con altri candidati di diversa estrazione – non ha avuto successo, ma è certo che molti moderati non hanno apprezzato le posizioni di Matteo Salvini.
Se la Marini già immagina un’opposizione che “non avrà più, rispetto al passato, i caratteri della moderazione”, Ricci ha parlato invece di “un’opposizione seria, attenta ma costruttiva per il bene dell’Umbria”. Lo sconfitto lascerà, intanto, la poltrona di sindaco di Assisi per trasferirsi a palazzo Cesaroni.