Ormai è imminente la 13a assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi. I lavori, che si svolgeranno in Vaticano dal 7 al 28 ottobre, saranno centrati sul tema “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”. Ad aprire l’assise, domenica 7, Benedetto XVI con la celebrazione eucaristica in piazza San Pietro (ore 9.30). Ne parliamo con mons. Nikola Eterovic, segretario generale del Sinodo dei vescovi.
Quali gli scenari della nuova evangelizzazione?
“Nei documenti di preparazione ai lavori sinodali (Lineamenta e Instrumentum laboris) sono stati indicati i seguenti scenari: culturale, comunicativo, economico, politico, fenomeno migratorio, sfida della ricerca scientifica e tecnologica. Inoltre è stata sottolineata l’importanza del dialogo ecumenico con altre Chiese e comunità cristiane che tutt’ora non sono in piena comunione con la Chiesa cattolica, come pure il dialogo interreligioso con i rappresentanti delle religioni non-cristiane”.
Quali gli impegni dei cristiani dinanzi a questi scenari?
“Coscienti della loro vocazione particolare, i cristiani sono chiamati ad animarli dal di dentro, con il messaggio del Vangelo. Nell’evangelizzazione ordinaria, come pure nella nuova evangelizzazione, la testimonianza di una vita santa ha un valore insostituibile. Anche se ci riconosciamo limitati e peccatori, tutti siamo chiamati alla santità. Bisogna pertanto accogliere la grazia dello Spirito santo, dono di Cristo risorto, e seguirlo nel cammino della perfezione. Tali santi, poi, troveranno i mezzi adatti, tradizionali e nuovi, per annunciare in modo convincente la gioia della fede cristiana”.
Le sfide e opportunità…
“Dal dialogo epistolare con le Conferenze episcopali e con gli altri organismi ecclesiali si è potuto percepire un doppio aspetto della dimensione religiosa dell’uomo contemporaneo, principalmente nei Paesi di forte secolarizzazione. Da una parte si cerca di vivere come se Dio non esistesse; dall’altra esiste una rinnovata ricerca di trascendenza, di spiritualità. Tale situazione è un’opportunità per la Chiesa per annunciare con rinnovato ardore la persona di Gesù Cristo e il suo Vangelo di salvezza. Per farlo bisogna lasciarsi animare dallo Spirito santo, che è in grado di vincere una certa stanchezza di non poche comunità cristiane. Lo Spirito è sempre giovane, portatore di vita nuova. Lo si vede nel dinamismo di molte Chiese giovani, nei Paesi di prima evangelizzazione. Ma, grazie a Dio, anche nel mondo di antica evangelizzazione non mancano tali comunità e gruppi. Un loro rinnovato dinamismo avrà effetti positivi anche nei riguardi di tanti fratelli e sorelle in ricerca del senso della vita, della verità, della giustizia, della pace. Anche essi hanno diritto di conoscere Gesù Cristo. I cristiani, da parte loro, hanno il dovere di annunciarlo con l’esempio della vita cristiana e, quando occorre, dando ragione della loro fede”.
In che modo la nuova evangelizzazione guarda al Concilio e all’Anno della fede?
“Il tema dell’assise sinodale riguarda la trasmissione della fede, in particolare ai giovani, alle nuove generazioni. Benedetto XVI ha indetto l’Anno della fede, che incomincerà l’11 ottobre, nel corso dei lavori sinodali, nella ricorrenza del 50° dell’inizio del Concilio Vaticano II e del 20° anniversario della promulgazione del Catechismo della Chiesa cattolica. Il Pontefice ha detto anche recentemente che la nuova evangelizzazione è iniziata praticamente con il Vaticano II, i cui Padri hanno riflettuto, tra l’altro, su come annunciare l’immutato deposito della fede in un linguaggio intelligibile all’uomo contemporaneo. La coincidenza dei menzionati eventi è significativa e sottolinea l’importanza della fede nella corretta recezione del Concilio e nella celebrazione efficace del Sinodo. L’Anno della fede dovrebbe aiutare i fedeli a riscoprire tale prezioso dono di Dio all’uomo, ad accettarlo, invocando sempre il Signore perché aumenti la fede personale e comunitaria, per portare frutti in abbondanza”.
Il tema del Sinodo
“La Chiesa – dice mons. Eterovic – esiste per evangelizzare: si tratta del mandato del Signore Gesù, che la Chiesa ha perseguito in tutti i periodi della storia. Oggi tale annuncio del Vangelo e della persona del Signore risorto deve essere fatto con nuovo ardore, nuovi metodi, nuove espressioni. In tale modo le nostre comunità saranno in grado di dare un rinnovato apporto alle missioni sia nei territori lontani, sia verso i non-cristiani che vivono nei nostri Paesi di antica evangelizzazione. Inoltre, il rinnovato dinamismo della Chiesa si manifesterà in modo particolare nei riguardi delle persone battezzate e non sufficientemente evangelizzate, tanti fratelli e sorelle che si sono allontanati dalla Chiesa e dalla pratica religiosa”.