Numerosissimi i giovani e da tutta Italia per la veglia con il Papa

Allestiti anche degli stand

E’ stata una risposta in piena sintonia col Papa ed i giovani del mondo tutto, la veglia che si è svolta sabato scorso a Spoleto. Una risposta articolata, tra noi, su tre momenti: dare il verso giusto al mondo, ricordando il sogno di Francesco proprio qui a Spoleto; impegnarci nella storia con lo slancio fiducioso dei chiamati come il giovane Ernesto Olivero, il grande sognatore di Torino, già a 24 anni, ospite oggi tra noi; aprirci allo Spirito, nutriti della Parola e del Corpo del Signore, come nella Concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Gubbio, mons. Bottaccioli (anche lui, come il Papa, così giovane dentro). Ed ecco i relativi numeri del programma, a partire dal pomeriggio di sabato 27: per Francesco, l’incontro “Chi può esserti più utile: il servo o il padrone?” al chiostro di S. Nicolò (nella mattinata di sabato) ed i “Work shop” al parco civico Mendez (sabato, ore 15), a cura della Gioventù francescana, e la rappresentazione Francesco di terra e di vento in piazza Duomo alle ore 23.30; per Ernesto Olivero, l’incontro al Chico Mendez (sabato ore 16); per mons. Bottaccioli, la veglia notturna in collegamento con Toronto, conclusa con la Concelebrazione eucaristica di domenica ore 5.30, nella cattedrale di Spoleto. “WORK SHOP”: “STANDS DI LAVORO” PER UN MONDO NUOVO Gli stands, allestiti al parco Chico Mendez dai giovani delle varie regioni d’Italia, sono stati dedicati, ciascuno, a qualcuno dei temi più importanti del momento. Così lo stand dei giovani dell’Umbria ed Emilia Romagna a ‘le libertà’, della Puglia a “la povertà”, della Sicilia a “l’amministrazione della giustizia”, della Basilicata – Campania a “lo sviluppo umano”, del Piemonte a “l’informazione” e così via. Gli intervenuti, numerosissimi, e da varie parti d’Italia, hanno percorso più volte il sentiero degli stands, ricavandone un ampio quadro dei problemi di maggior rilievo, decisi a prendere il loro posto nella storia, per essere i “costruttori”, come ha raccomandato a Toronto il Papa, sulla linea evangelica della luce e del sale. Non possiamo in questa sede dare un’illustrazione dei vari stands. Ci basti per l’Umbria questa frase di Mel Gibson: “…urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà”. Interessanti i dodici cardini per la giustizia (Piemonte) a partire dalla proibizione della tortura già nella legislazione fino al necessario addestramento dei pubblici ufficiali e alle responsabilità internazionali. A notte, poi (23.30), iniziando la veglia in piazza Duomo, la compagnia Teatro minimo dei Cappuccini si è prodotta nello spettacolo Francesco di terra e di vento: parole anche queste piuttosto enigmatiche ma poi ben chiarite nel corso della rappresentazione, specie nel finale, quando Francesco “chiude lentamente gli occhi come affascinato da un’improbabile visione, così improbabile che trattiene il respiro improvvisamente immobile, muto, freddo, come una manciata di terra, leggero, discreto, sincero come un soffio di vento”. Di Ernesto Olivero, applauditissimo, ricordiamo che fondò, a 24 anni, il Sermig, all’interno del vecchio Arsenale militare, centro di preghiera e luogo di incontro. Altro Arsenale ha già fondato in Brasile, a S. Paolo. Ultimo consuntivo: aiuti a 16 milioni di persone, interventi per 700 miliardi di lire, sostenuti per il 95% dalla gente comune (circa 6 milioni di contatti per offerte), e per il restante 5%, da enti pubblici e privati in Italia e in Brasile. Infine la messa celebrata da mons. Bottaccioli a conclusione della veglia (ore 5.30 del mattino). Molto seguita e apprezzata l’omelia, così limpida e convincente, ispirata alla preghiera del giovane Salomone per ottenere il discernimento, e poi al tesoro nel campo e alla perla preziosa di Matteo e finalmente l’entusiasmo per il progetto formulato da Dio per ciascuno di noi. Associati alla sua onnipotenza per la promozione del creato! “Insieme, si può!” Ce lo ha ripetuto, per radio da Toronto anche il nostro arcivescovo mons. Fontana. Quasi un miracolo ascoltare la sua voce, ben innanzi alla sua cattedrale: “Donare al mondo le meraviglie di Dio”.Agostino RossiMetterci in gioco per un mondo miglioreRisaputo il successo di Ernesto Olivero ma non scontata la presenza dei circa 400 giovani che, sabato pomeriggio, hanno affollato il parco Chico Mendez, per trovare un confronto su ‘la responsabilità globale’. Il fondatore del Servizio missionario giovanile, è partito dalla propria esperienza per denunciare la mancanza, nella nostra società, di persone che si assumano responsabilità o, meglio, che prendano decisioni. La difficoltà di entrare nei problemi, di contribuire con il proprio apporto, senza giudicare dalla finestra è un male che travolge anche i giovani; coloro che sono i più poveri del nostro tempo perché, come risulta da statistiche effettuate dallo stesso Sermig, hanno perso fiducia nel mondo che li circonda e nelle istituzioni. L’85% dei ragazzi risulta impaurito e come si fa a costruire con persone che hanno paura di tentare? Non si può fare nulla in tali condizioni. Ma la motivazione di questo timore? “Non lo so. Il dilemma dei nostri giorni”, dice Olivero. E continua: “Forse deriva dal fatto che, oggi, si considera anormale ciò che è normale e viceversa e ciò genera non poca confusione”. Altra problematica toccata, sempre in merito alla responsabilità globale, è stata quella del ‘chi fa le cose, come le fa’. “Dopo l’11 settembre, abbiamo visto dove può arrivare il male e quanto sia distruttivo. Partendo da qui, sappiamo che è necessario costruire un asse di pace. Il Signore ci da le cose per la nostra portata. Quindi, ogni volta che facciamo del bene, non dobbiamo pensare di essere stati dei grandi, abbiamo soltanto fatto ciò che andava fatto, abbiamo usato gli strumenti che Dio ci ha dato”. Un incontro per parlare di come diventare “cittadini del globo” ma, da dove partire? “Dobbiamo parlare alle nostre coscienze, che spesso noi addomestichiamo per fargli fare ciò che ci fa comodo, e dirgli di fare le coscienze. Solo così potremo mantenere la costanza, indispensabile ed avere la forza di superare i momenti di sconforto per affrontare la realtà senza remore. Oggi, visto un ragazzo, visti tutti. Il tema è Francesco d’Assisi: lui ha fatto la ‘sua’ scelta. Ma noi siamo un po’ come Francesco?

AUTORE: Eleonora Rizzi