In questi giorni tristissimi – guerre già in corso che continuano e altre che scoppiano – si sentono ripetere le invocazioni all’autorità dell’ONU: ma perché non si danno maggiori poteri all’ONU? Perché non si abolisce quel “diritto di veto” che sbarra la strada a tutti i suoi interventi? La risposta a queste domande è che queste bellissime riforme non si fanno perché non esiste un’autorità mondiale che abbia il potere di farle a dispetto di chi non le vuole.
Ciascuno di noi, da quando è nato, appartiene ad una comunità nazionale al cui vertice ci sono gli organi supremi dello Stato (il Governo, il Parlamento, il Capo dello Stato) che hanno il potere di prendere le decisioni più importanti per la vita di tutti, e hanno anche il potere di farle rispettare, dopo che le hanno prese. Questo modo di organizzare e dirigere le comunità nazionali è antico praticamente quanto la storia dell’uomo (da quando ha smesso di abitare nelle caverne): ci siamo tanto abituati che ci pare naturale e crediamo che sia giusto così; allo stesso modo ci sembrerebbe naturale che una analoga struttura di potere legittimo e giusto ci fosse anche al di sopra degli Stati. Ma non c’è. Ed è praticamente impossibile crearla nel mondo che abbiamo.
Vale, infatti, il principio di sovranità: ogni Stato (grande come la Cina o la Russia, o piccolo come San Marino) è sovrano, cioè padrone di se stesso, e ha – almeno formalmente – la stessa dignità e gli stessi diritti. Sono queste le regole che proteggono (quando ci riescono) i piccoli dalla prepotenza dei forti. La conseguenza è che le decisioni collettive si possono prendere solo se tutti sono d’accordo.
Perché non si può votare a maggioranza? Perché prima si dovrebbe stabilire come si calcola la maggioranza. Se si calcolasse per Stati, e il voto di San Marino avesse lo stesso peso di quello della Cina, la coalizione di tutti gli Stati piccoli e medio-piccoli, che sono un centinaio, vincerebbe ma rappresenterebbe solo il cinque o il sei per cento della popolazione mondiale. Assurdo. Se si contassero i voti individuali, gli stati più popolosi (a partire dalla Cina e dall’India, che superano entrambi il miliardo) schiaccerebbero facilmente gli altri. Come si vede, è praticamente impossibile trovare la formula giusta per costruire una democrazia planetaria; farla funzionare, poi, sarebbe ancora più difficile. Non esistono soluzioni semplici.