Non si è spenta l’eco del Natale celebrato dalla Chiesa latina e da quella greca nella stessa data e successivamente, il 7 gennaio, dalle Chiese ortodosse di lingua slava, e siamo pertanto pieni di gioia nell’immaginare tutti i cristiani insieme inginocchiati con i loro pastori e con i loro doni nella grotta-casa di Betlemme come i Magi: un unico e identico atto di fede e di adorazione che unisce le Chiese e le rende capaci di riconoscersi nello stesso Verbo fatto carne e venuto ad abitare in mezzo a noi. Viene spontaneo anche, proprio in questo tempo, riflettere in modo lucido e puntuale sulle permanenti divisioni, sollecitati dal mistero dell’incarnazione e richiamati dalla scadenza imminente, ormai tradizionale della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio), inserita ormai nel ritmo della vita liturgica delle Chiese. Particolarmente incalzante è il testo scelto da un gruppo ecumenico dell’Argentina per quest’anno: “Noi portiamo in noi stessi questo tesoro come in vasi di creta” (2 Corinzi 4,5-18). Noi siamo “i vasi di creta”. Paolo ci invita a riconoscere quanto diversa è la natura del dono che abbiamo ricevuto, un vero tesoro, rispetto all’argilla dell’involucro in cui è stato posto, la nostra personale umanità e quella delle nostre Chiese e comunità ecclesiali. Oggi, come mai prima forse, noi cristiani, per le nostre divisioni e contraddizioni passate e presenti, siamo in grado di prendere coscienza di tale fragilità, di non essere altro che creta, che il “vasaio” potrebbe rimodellare a suo piacimento (Ger. 18,6). Particolarmente eloquente l’espressione dei vasi di creta riferita alla Chiesa per coloro che hanno la passione dell’unità dei battezzati in Cristo ed hanno alimentato con pazienza e amore l’ideale ecumenico. Nel clima ancora carico di nebbie e di sospetti che condiziona le relazioni tra le Chiese, coloro che hanno sperato in una rapi- da ricomposizione dell’unità della Chiesa sono assaliti dalla tentazione della delusione e dello scoraggiamento. Per di più, i vasi di creta si sono scontrati e si sono rotti e, come diceva recentemente il metropolita russo di Smolensk e Kaliningrad, Kirill, durante un incontro a Perugia dove ha ricevuto una laurea honoris causa: alcuni pezzi sono finiti in cucina e altri nella sala da pranzo e altri ancora in altre stanze. E continuava con la metafora affermando che per ricomporre un vaso frantumato si devono avvicinare i pezzi, trovare un buon artigiano che li sappia ricollocare nel punto giusto e una colla efficace. Operazioni non semplici, né facili, che richiedono tanta diligenza, attenzione, prudenza, abilità e soprattutto, diceva Kirill, la sincerità, umiltà e buona volontà. Ma è da aggiungere che solo l’autore del vaso sarà in grado di compiere un simile miracolo. La settimana di preghiera per l’unità dei cristiani vuol essere l’invocazione corale, unanime e fiduciosa a Colui che solo compie prodigi e fa nuove tutte le cose, lo Spirito santo creatore santificatore che ha il potere di trasformare il cuore degli uomini e richiamare con autorità le Chiese, perché si ravvedano e si rendano strumenti efficaci per conservare e offrire al mondo il tesoro loro affidato (Apocalisse 2-3). E tuttavia questo tesoro che è il Cristo crocifisso e risorto, la sua Parola di salvezza, non è andato perduto e risplende di luce propria facendo emergere la sua origine divina proprio in virtù della nostra debolezza e fragilità, perché nessuno si inorgoglisca e si appropri, come sua opera, del dono di Dio. Vivere la dimensione ecumenica della fede per la riconciliazione tra le Chiese con lo sguardo sempre fisso verso “la gloria di Dio riflessa sul volto di Cristo” (2Cor. 4,6) più che sui vasi che la contengono e possono anche offuscarla, è ciò che ci viene chiesto da questo ormai centenario appuntamento con la preghiera per l’unità dei cristiani, che ci spinge ad entrare in quel “monastero invisibile” dove regna lo Spirito, nel quale ritroviamo motivi ed energie per un cammino di speranza.
“Noi portiamo tesori in vasi di creta”
Ritorna l'appuntamento con la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani (18 - 25 gennaio)
AUTORE:
Elio Bromuri