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Nessun pericolo di mucca pazza dai prodotti locali

Non c’è più in Italia un ambiente, un paese, in cui la mucca pazza non abbia portato scompiglio e preoccupazione. Il commercio delle carni è completamente cambiato, con conseguenze disastrose per il mondo degli allevamenti e quindi anche per l’intera economia agricola. Ma l’argomento ha travalicato, ha invaso il settore, ovviamente, dell’alimentazione, della sanità, dell’università, dell’industria, dell’imprenditoria, oltre che del commercio, correggendo o sovvertendo stratificate posizioni dietetiche, come tradizionali impostazioni di lavoro, aprendo varchi a nuove ricerche ed ad altrettante rinunce e sacrifici con colossali tagli di spese e di entrate , che tutto si accetta al fine di porre diga al dilagare a questo vero flagello nella deprecata ipotesi che possa attecchire senza soluzione di continuità. La mucca, la pacifica e dolce mucca, congiunta di sangue dell’indimenticabile “pio bove” al quale andavano le ineffabili tenerezze del poeta Carducci e che ha nutrito, tra latte e carne, mezzo mondo e intere generazioni di individui per secoli, la mucca è additata oggi come pericolo pubblico e, una volta impazzita, per l’uso di certe farine autentiche diavolerie, fa tutti impazzire per la mancanza di un rimedio sicuro. Il problema gonfiato e allertato dalla cronaca quotidiana, strombazzato e paventato in tutte le città e paesi, è finito anche sui tavoli del Consiglio Comunale di Orvieto, lunedì 29 gennaio, in un incontro, fortunatamente, solo di carattere informativo. L’iniziativa è stata promossa congiuntamente dall’assessore alla Pubblica istruzione e ai Servizi sociali Maurizio Negri, dai responsabili del Servizio veterinario della Asl di Orvieto, Mauro Vagnucci e Marco Cristofori e dal dirigente del Servizio di Pediatria di comunità, Alberto Romizi, al fine solo di approfondire, con informazioni e chiarimenti, le problematiche legate all’uso di carne bovina nelle mense scolastiche. All’Assemblea – particolarmente affollata- hanno partecipato i rappresentanti del Comitato di gestione degli Asili nido del Comune, i dirigenti scolastici dei Circoli didattici di Orvieto capoluogo e di Orvieto Sette Martiri, il Dirigente scolastico della scuola Media statale “I. Scalza e L. Signorelli”, i rappresentanti dei genitori e degli insegnanti delle Scuole materne, elementari e medie inferiori, i membri della Commissione mensa. Nel corso dell’incontro sono state illustrate le caratteristiche delle malattie degenerative che colpiscono il sistema nervoso centrale dell’uomo e degli animali e sono stati spiegati i controlli che vengono effettuati a livello nazionale e, nello specifico, gli accertamenti sanitari praticati presso il Mattatoio comunale dai veterinari Asl. Il servizio sanitario italiano è considerato, a livello internazionale, esemplare, all’avanguardia in termini qualitativi e quantitativi (dipende dal ministero della Sanità e non da quello della Agricoltura come in Francia, e sono in numero di gran lunga maggiore che in altri paesi europei più grandi dell’Italia). E’ da oltre un anno e mezzo che non entrano più in Italia bovini, mentre dal 1994 certe farine sono state vietate. Per quanto riguarda la zona di Orvieto è stato affermato che il Mattatoio comunale , per come è strutturato ed organizzato, rappresenta un punto di monitoraggio costante degli animali. In esso, da notevole tempo ormai, le mattazioni avvengono solo per quelli al di sotto dei 20 mesi e con procedure di separazione delle parti molle a rischio di Bse dalle altre e scarto di quanto vietato in materia di alimentazione ,secondo le disposizioni precauzionali più rigorose. Per quanto riguarda i controlli sugli appalti, dal Responsabile dei Servizi sociali del Comune è stata data la più ampia assicurazione, tant’è che, contrariamente ad altri Comuni, che hanno sospeso a titolo cautelativo l’utilizzo delle carne bovine nelle mense scolastiche, permane tuttora l’utilizzo di queste, con preferenza di quelle locali certificate, ovvero nate, allevate e macellate in loco e corredate di dovuto certificato. Nel ribadire e confermare questo utilizzo, l’assessore Maurizio Negri, a fronte delle comprensibili preoccupazioni dei genitori per gli attuali motivi, si è dichiarato disponibile a prevedere la possibilità-temporanea- di un alimento alternativo alla carne bovina ,solo per chi ne facesse formale richiesta alla Commissione mensa. Allora nessun pericolo di “mucca pazza ” per il territorio di Orvieto – vada il merito ai bravi ed onesti nostri allevatori- e quindi si mangi in pace , pur con le dovute cautele per certe parti, il buon prodotto che generosamente ci dà un animale così paziente e prezioso, da sempre amico e collaboratore dell’uomo. E “prosit” a tutti !

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